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Limiti

Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1941

Marianna Sirca

Grazia Deledda

p. 738
Simone non la conosceva; non aveva mai fatto parte della banda Corraine, i banditi di Orgosolo, e poneva anzi una certa cura a vivere libero, solo col giovine compagno che gli si era attaccato come un cane fedele; tuttavia era amico e ammiratore dei Corraine, e cominciò a parlarne con rispetto; e fu allora un grave discutere sul fato tragico di questa famiglia divorata dall'odio: parenti contro parenti, vecchi che vivevano solo ancora per vendicarsi, donne e fanciulli travolti dal turbine fatale; madri che vigilavano il focolare aspettando nella notte il grido che annunziava la morte d'uno dei figli e all'alba il canto del gallo che apriva una nuova giornata di sangue.

flora e fauna, limiti, storia

p. 745
Ripiegata su se stessa le pareva di aver vinto le sue fantasie, di vergognarsi ancora della sua piccola passeggiata serotina; e si toccava lievemente le dita fredde per contare i giorni che ancora le rimanevano per tornare alla sua casa di Nuoro: ma questo pensiero le dava un senso di gelo; le pareva di pensare ad una prigione.

contatti con altri paesi, limiti

p. 753
- Di che hai paura, Marianna? Se sono qui ai tuoi piedi come un cane malato? Non aver paura: se volevo farti del male non venivo così, a quest'ora, solo, disarmato. Non ho neppure il coltellino a serramanico che avevo da bambino quando andavo a caccia di lucertole. Ho lasciato giù accanto alla fontana le mie armi; si arrugginiscano pure, non mi importa. Di chi hai paura? Di tuo padre? Se egli ci vedesse così, amandoci, ci benedirebbe. Del tuo servo? È lui che mi disse oggi che tu te ne andavi. Così sono venuto, oggi, e sono tornato adesso... Se volevo farti del male venivo coi miei compagni e ti legavo come un agnello, e ti portavo sulle spalle, e sterminavo tutto intorno se non mi lasciavano passare... Marianna! Sono qui, invece, lo vedi, sono ancora il tuo servo; ti metto la testa in grembo, e tu puoi prenderla fra le tue mani come il frutto del castagno che fuori è tutto spine e dentro è dolce come il pane...

flora e fauna, limiti

p. 756
E come dopo uno sforzo violento sentì le ginocchia tremarle; ebbe paura della sua promessa, ma non se ne pentì: lacrime di dolcezza e di angoscia tornarono a riempirle gli occhi; e attraverso il loro velo iridato le parve di vedere un arcobaleno curvarsi sopra di lei da un confine all'altro delle sue terre, e ricordò che da bambina andava in cerca dell'anello - l'anello della felicità - sepolto dove comincia o dove finisce l'arcobaleno.

leggende, limiti

p. 764
Costantino non parlò più: capiva bene i pensieri del compagno; e non si pentiva di aver parlato; ma provava una grande tristezza; e più che tristezza per il proposito che indovinava in Simone era la gelosia, invidia per la potenza di Bantine Fera, e soprattutto era il sentimento della solitudine, del distacco che lo separava da tutti, vicini e lontani.
Simone a sua volta si sentiva frugato dentro dal giudizio del compagno; se ne irritava e cercava di nascondersi, parlando: e parlando si nascondeva anche a se stesso, tanto che ascoltava le sue parole e le credeva vere.

limiti

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