Limiti
Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1941
Colombi e sparvieri
Grazia Deledda
pp. 184-185
Il paesetto ove son nato è quasi esclusivamente dedito alla pastorizia […] La famiglia di costui si vendicò; l'odio si propagò di famiglia in famiglia come una mala radice; e furono anni terribili di continue vendette e di morte.
p. 200
Il mondo reale intorno a me era invece nitido e duro; un mondo fatto di roccia e di macchie dai rami contorti come membra che la lotta eterna col vento ha indurito e ripiegato ma non vinto.
p. 208
- E anche me lo domandi? Hai cacciato via dal tuo focolare le donne che piangevano tuo padre. Puoi vivere così solo tu, come il cinghiale nel salto, per cacciar via così i tuoi simili?
p. 210
Ma io continuavo ad amar Columba per pietà; volevo trarla dal mondo ove viveva, mi sembrava che liberando lei dalle superstizioni e dalle miserie che la circondavano avrei cominciato a liberare tutto il mio popolo.
p. 210
Intanto per continuare gli studi vendevo la mia poca roba: questo mi diminuiva agli occhi dei miei compaesani e si diceva che spendevo i denari per divertirmi. Ogni volta che tornavo in paese mi si guardava con maggiore curiosità e diffidenza