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Storia

Cagliari, Centro di Studi Filologici Sardi / Cuec, 2007

La bella di Cabras

Enrico Costa

p. 102
Questa tinta si deve forse all'arrivo a Oristano dei Cristiani di Tiro verso il 1292, dopoché abbandonarono la Siria, perché saccheggiata e posseduta dai Musulmani d'Egitto?

storia

p. 106
Don Piricu cercava di far capire alla moglie che certe idee bisognava deporle, o almeno fingere di deporle, poiché il quarantotto, le aveva avariate, se non distrutte.

storia

p. 126
Molte volte Carlino, in cucina, amava narrar le fole o qualche episodio della storia romana antica. Parlava della virtuosa Lucrezia, della madre dei Gracchi, di Virginia svenata dal padre.

storia

p. 179
La sua visita abituale era alla famiglia di don Francesco, cugino in primo grado di donna Clara, il quale apparteneva alla più distinta e antica nobiltà di Cagliari, poiché la sua pergamena era stata rilasciata dal re Giacomo II nel 1323, anno in cui la Sardegna era passata ai reali di Spagna, dopo essere stata governata dai giudici nazionali … o pisani. [...] Alla mancanza di un ricco censo (molto assottigliato per certe peripezie di famiglia al tepo dei torbidi del marchese di Camarassa) egli suppliva col conforto dello stemma gentilizio, tramandato puro e glorioso di padre in figlio, com'era uscito cinque secoli addietro dalle mani di Giacomo II di Spagna.

storia

pp. 189-190
Verso la metà del secolo XVII la peste penetrò in Sardegna e vi fece strage. Entrato il morbo anche a Cagliari, vi seminò il lutto e la desolazione dal marzo del 1655 al novembre del 1656. Fu allora che il popolo ricorse ai suoi protettori: la Vergine di Bonaria e il martire Sant'Efisio. Le ossa di quest'ultimo, esistenti un tempo a Pula, erano state trasportate dai pisani nella loro patria: e volendo i cagliaritani possederne qualche reliqua, si pensò d'inviare a Pisa due religiosi delle scuole Pie, con lettere di supplica dell'Arcivescovo, del Viceré e del magistrato della Reale udienza. L'Arcivescovo di Pisa ed il duca di Toscana vollero appagare il desiderio dei sardi, consegnando le relique richieste; le quali a Cagliari furono portate in processione, con pompe splendide e festini d'ogni genere. Ciò nel 1654. Pare però che queste reliquie non fossero sufficienti; poiché tre anni or sono – nel 1885 – fu mandato un nuovo messaggio a Pisa, per domandare altre ossa del santo. Tanto è vero, che a Cagliari si crearono Comitati, si promossero sottoscrizioni pubbliche e si preparò una solenne processione, dando pretesto a feste straordinarie, miste di civile e di religioso; per cui si fecero esposizioni, mostre artistiche, lotterie, e non so che altro. Andiamo però avanti. O meglio, torniamo indietro. Cessato il contagio, il popolo devoto rese grazie al santo, e volendo in qualche modo attestare la sua riconoscenza, deliberò di trasportare ogni anno, nel primo di maggio, il simulacro di Sant'Efisio, dalla sua chiesa di Stampace al villaggio di Pula e di riportarnelo tre giorni dopo: il quarto dello stesso mese. Il primo viaggio del santo a Pula ebbe luogo nell'anno 1657 e d'allora in poi si continuò questo pellegrinaggio, tramandato fino ai nostri giorni. Oltre un secolo dopo – nel gennaio del 1793 – la repubblica francese, come ognuno sa, bombardò la città di Cagliari da una parte e l'isola della Maddalena dall'altra. I cittadini cagliaritani ascrissero a Sant'Efisio la vittoria da esse riportata; motivo per cui si accrebbe il fervore religioso. Né furono solamente i sardi che si entusiasmarono  per questo fatto. Il papa Pio VI decretava, che il rito dell'Uffizio di Sant'Efisio, da doppio maggiore si elevasse a doppio di prima classe, coll'ottava per la Diocedi di Cagliari e per tutta l'isola e l'Uffizio stesso, sotto il rito doppio minore, agli altri altri domini del regno di Sardegna. Nella stessa occasione, il medesimo papa inviava a Cagliari una epistola in data 31 agosto 1793, ed un breve del 4 marzo 1796, col quale la Confraternita del Santo veniva innalzata a vera Arciconfraternita. E taccio per brevità tutte le indulgenze plenarie e le altre concessioni, largite per la vittoria riportata sui francesi.

costumi, religiosità, storia

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