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Storia

Congregazione di carità di Ozieri. Ospedale Civile. Relazione letta dal Commissario Prefettizio Enrico Costa ai nuovi membri della congregazione di carità nella seduta delli 22 settembre 1894

Enrico Costa

p. 8
L'Ospedale civile di Ozieri è il più giovane fra gli Ospedali dell'isola – (non tenendo conto di quello d'Ittiri, d'imminente inaugurazione.) Esso, però, occupa forse il terzo posto per importanza, avendo quasi lo stesso movimento di ammalati e lo stesso numero di letti di quello di Oristano. Quest'ultimo ospedale è il più antico di tutti, poiché risale al 1409. Vengono in seguito quello di Cagliari, che rimonta al 1442; quello di Sassari al 1480; quello di Alghero al 1610. Sorvolo sui tre soppressi: quello d'Orosei, la cui origine risaliva al 1580, e venne liquidato nel 1848 per fondare un Orfanotrofio; quello di Bosa, nato nel 1642 e soppresso nel 1803, per destinarne i fondi in favore degli spuri e della panatica; e quello infine di Siddì, che, creato nel 1850, andò man mano deteriorando, fino ad oggi che è in isfacelo. Taccio parimenti degli scarsi fondi da qualche tempo raccolti per fondare gli ospedali di Nuoro, di Tempio e di Fluminimaggiore, che Dio sa quando potranno tradursi in opera! Oggi sono cinque gli Ospedali che in Sardegna sono aperti – e dispongono complessivamente di circa 430 letti, con una media di 260 ricoverati in permanenza.

storia

p. 10
Nel 1867 si apre intanto lo Spedale, dopo aver discusso e stabilito il servizio medico, gli orari, il metodo dietetico per gli ammalati, ecc. ecc. Il Municipio cede all'Ospedale l'intiero convento, coi pesi da pagarsi all'amministrazione del Culto (atto 30 novembre 1867) -  e la Chiesa (atto 15 gennaio 1868) con la condizione di ufficiarla a spese della Congregazione – Si chiesero in seguito il vigneto e i terreni adiacenti, che furono accordati mediante tenue compenso annuale. La popolazione è vivamente soddisfatta.

gente, storia

Cagliari, Centro di Studi Filologici Sardi / Cuec, 2007

La bella di Cabras

Enrico Costa

p. 6
Lamarmora, Valery, Delessert, Malzan, Mantegazza, Corbetta, e molti altri – venuti in Sardegna per studiarci in tutti i sensi – hanno dedicato più d’una pagina dei loro libri al villaggio di Cabras, come più d’una pagina hanno ad esso dedicato diversi scrittori sardi, fra i quali l’Angius e lo Spano. Malzan osserva, che gli abitanti di Cabras, per il loro tipo speciale, si distaccano in modo notevole dal resto dei sardi; locché egli ascrive alla loro derivazione dagli abitanti di Tito, nell’antica Fenicia, colà immigrati nel secolo XIII: “L’emigrazione in Oristano dei cristiani d’Oriente – egli scrive – dà la chiave del perché Cabras ricordi tanto sorprendentemente il tipo greco-orientale” [...] Lo Spano crede che la robustezza e il bel colorito degli abitanti di Cabras provengano unicamente dall'uso che essi fanno della vernaccia, vero antidoto contro la malaria.

storia

p. 8
La regina Maria Teresa d’Austria, quella che ebbe la reggenza dell’isola dal maggio del 1814 all’agosto del 1815, dopo la partenza da Cagliari di suo marito, il re Vittorio Emmanuele I; quella a cui gli Stamenti, per istanza dell’ambizioso prete oristanese Pietro Sisternes, votarono venticinque mila scudi di spillatico e per la quale nel 1808 si fondò un nuovo villaggio in Gallura, battezzandolo col suo nome santificato: Santa Teresa; quella regina che odiava talmente Napoleone I da volerne incisa l’immagine in fondo al suo orinale d’argento; Maria Teresa, infine, volle un giorno visitare il villaggio di Cabras. E invaghita degli occhi, della carnagione e del portamento di quelle giovani contadine, ella asserì in presenza di tutti che esse potevano  rivaleggiare per la bellezza con le stesse Georgiane. Volendo quindi in qualche modo suggellare la sua asserzione, la regina depose un bacio sulla fronte della più bella.

storia

p. 53
Disse – per esempio – che nel 1509 molte galere turchesche avevano infestato i lidi e i mari di Cabras; che gli abitanti avevano sofferto molti danni, e che non pochi di essi erano stati costretti a servire gli infedeli. Parlò della squadra di soccorso spedita in quella circostanza dal Viceré di Napoli, e delle tre galere naufragate, di cui una sarda. Toccò all'assalto fatto a quelle spiaggie dai francesi nel 1637, che vi calarono comandati dal giovine Conte di Harcourt e dal Sordis, il facinoroso arcivescovo di Bordeaux.

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