Storia
Cagliari, Centro di Studi Filologici Sardi / Cuec, 2007
La bella di Cabras
Enrico Costa
p. 54
Dirai il governo spagnuolo, perché allora si era sotto la Spagna. In considerazione dei danni sofferti, il re Ferdinando concesse nel 1514 l'esenzione per dieci anni di tutti i pagamenti feudali, a condizione però di mantenere a proprie spese una ronda per la sicurezza dei litorali del campidano oristanese. Questi privilegi si prorogarono fino al 1713 – anno in cui la moglie dell'imperatore Carlo VI (ignorando gli accordi precedenti) dava il villaggio in feudo a Don Antioco Azor, mediante la finanza, di duemila scudi. Il sindaco di Cabras – ch'era allora Francesco Maria Nurra – ricorse all'imperatore, offrì la stessa somma, e venne annullata la vendita nel seguente 1714. I vassalli però di Cabras, nel 1798, furono obbligati a pagare i diritti feudali... come negli altri paesi.
p. 55
Arrivati vicino allo stagno, disse aver egli veduto nell'archivio regio di Cagliari una cedola del R. Fisco al Procuratore Reale, in data del 24 settembre 1592, in cui domandava si cancellassero i provvedimenti presi dal Vicario di Arborea, nei quali era compresa la pubblicazione delle censure contro i pescatori del mare e stagno di Cabras provocate ad istanza del canonico Trogu; prebendato di quel villaggio, il quale pretendeva la decima del pesce che ivi si pescava.
p. 55
Quello è il promontorio di S. Marco. Nel versante orientale sono scavate le tombe della famosa città di Tharros – urbs antiqua Tirrhae, seuu Turrhae, dice Fara – la quale, secondo Spano, aveva quattro miglia geografiche di circonferenza. Vi si trovano mosaici, statue spezzate, fontane, templi. La città fu spogliata nel medio evo; ed al tempo degli spagnuoli il Viceré fece pubblico bando contro chi scavava per cercar monete e tesori.
pp. 55-56
Nel 1842 vi si fecero scavi, alla presenza del re Carlo Alberto; nel 1850 dall'archeologo Spano; nel 1851 da Lord Vernon, che vi scuoprì quattordici tombe; e in seguito gli speculatori, paesani o forestieri, vi piombarono coll'avidità degli antichi saraceni. Lo Spano scrive, che in venti anni – fino al 1859 – vi furono dissotterrati oltre quattromila scarabei.
p. 56
Sono le rovine di un antico castello, che vuolsi fosse una casa di piacere della grande Eleonora di Arborea.