Gente
Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1941
Elias Portolu
Grazia Deledda
p. 94
Uscirono, un momento che la straducola era deserta, e scesero nelle vie dove Nuoro assume aspetto di piccola città: le donne procedevano un po' timidamente, tentando di cambiar passo, paurose d'esser riconosciute, soffocando sotto la maschera di cera le loro risate di gioia puerili.
p. 95
Gli pareva che tutta quella gente che camminava parlava e rideva fosse felice, anzi ubriaca di felicità, ed anche lui si abbandonava senza scrupolo alla follia dei suoi desideri, ad un irresistibile bisogno di gioia e di piacere.
p. 129
laquo;Ecco, ecco, io lascio il seminario; c'è la scusa che mio fratello è morto, che in casa adesso si ha bisogno di me. La gente chiacchiererà un poco, ma di che cosa la gente non chiacchiera? Fra un anno nessuno dirà più nulla e allora!...»
p. 132
- Che cosa vuoi che ti dica? Oramai è troppo tardi, Maddalena, - mormorò.
- No, non è tardi, non è tardi!
- È tardi, ti dico: lo scandalo sarebbe enorme; mi direbbero pazzo.
- Ah, - diss'ella con amarezza, - e per le male lingue del mondo tu non ascolti la tua coscienza?
Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1945
La via del male
Grazia Deledda
p. 289
Gli uomini, scuri in viso, con fieri occhi neri, vestiti di orbace, di saia, di cuoio, ricordavano i mastruccati, ladroni di Cicerone; le donne indossavano costumi ruvidi, di orbace e di panno giallo, non privi però d'una primitiva eleganza.