Gente
Milano, Arnoldo Mondadori Editore
Canne al vento
Grazia Deledda
p. 383
- Zio Efix, anche oggi la mia nonna raccontava che le vostre padrone erano ricche come don Predu. È vero o non è vero?
- È vero, - disse il servo sospirando. - Ma non è ora di ricordar queste cose. Dormi.
Il ragazzo sbadigliò.
. Ma mia nonna racconta che dopo morta donna Maria Cristina, la vostra beata padrona vecchia, passò come la scomunica, in casa vostra. È vero o non è vero?
- Dormi, ti dico, non è ora...
p. 383
- E lasciatemi parlare! E perché è fuggita donna Lia, la vostra padrona piccola? La mia nonna dice che voi lo sapete: che l'avete aiutata a fuggire, donna Lia: l'avete accompagnata fino al ponte, dove si è nascosta finché è passato un carro sul quale ella è andata fino al mare. Là si è imbarcata. E don Zame, suo padre, il vostro padrone, la cercava, la cercava, finché è morto. È morto là, accanto al ponte. Chi l'ha ucciso? Mia nonna dice che voi lo sapete...
Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1945
Cenere
Grazia Deledda
p. 39
La gente ricominciò a ridere, e l'infelice si guardò attorno e barcollò; poi si mise a piangere accorgendosi che lo deridevano.
p. 39
L'ubriaco ballava ancora, barcollante, cascante, tendendo le mani verso il bicchiere; e la gente rideva.
p. 57
Inoltre Maestro Pane aveva messo su bottega in un bugigattolo in faccia al cortiletto; tutto il santo giorno era un viavai di gente che rideva, gridava, s'insultava, diceva male parole.
Il piccolo Anania passava le sue giornate fra questa gente meschina e violenta, dalla quale apprendeva atti e parole sconcie, abituandosi allo spettacolo dell'ubriachezza e della miseria incosciente.