Gente
Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1941
Colombi e sparvieri
Grazia Deledda
p. 253
- Mille volte m'hai detto questo, nipote mia! Lui od altri che mi importa? Il brigadiere ha frugato in casa di Dionisi come in altre case... e non ha trovato nulla e s'è messo il cuore in pace! E anch'io faccio come lui: non ci penso più. Senti, lucertola mia, facciamo una cosa; non parliamone più. E se la gente mormora lasciamola mormorare; è l'invidia che la rode. Osserva tu quando passa il vento: è l'immondezza che si solleva e turbina; mentre le pietre restano ferme. Così è della gente; è la peggior genia che si muove e mormora. E se tu ti metti in mente di cambiare il mondo incanutirai prima del tempo. Tu fa l'affar tuo, senti, e cerca solo l'approvazione della tua coscienza; e se la coscienza non ti rimprovera nulla, tu va avanti e pensa: se la gente parla male di me segno che mi crede felice!
p. 281
Columba sente quello sguardo pungerla come un pugnale, e prova dolore e rabbia sembrandole che la straniera ripeta a voce alta in modo che tutto il paese la senta, le parole dette alla cucitrice: «Come quella ragazza non si vergogna di sposarsi mentre un uomo muore per colpa sua?»
p. 299
No, nessuno mi ha parlato male di lei, solo, tutti, dal prete a mio fratello, che non venne ancora da lei per non destar attriti e chiacchiere in questa popolazione così facile agli appigli, tutti, dicevo, hanno paura di lei!
- Sì, come d'un cane arrabbiato!
p. 338
Nel caldo meriggio i cavalli carichi di bisacce di lana a striscie bianche e nere scalpitavano pronti a incamminarsi; tutte le donnicciuole del vicinato, i parenti, gli amici e molti curiosi gremivano la strada, per assistere alla partenza degli sposi.
p. 338
Nel caldo meriggio i cavalli carichi di bisacce di lana a striscie bianche e nere scalpitavano pronti a incamminarsi; tutte le donnicciuole del vicinato, i parenti, gli amici e molti curiosi gremivano la strada, per assistere alla partenza degli sposi.