Stefano Sampol Gandolfo
Roma, Tip. G. Ciotola
L'eremita di Ripaglia ossia l'antipapa Amedeo VIII di Savoia
Stefano Sampol Gandolfo
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I sottoscritti baciano umilmente la santa croce pastorale del loro amatissimo Vescovo e Padre.
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Ma questo sarebbe poco, se persone, che li hanno parecchie volte spiati, ed un domestico, che hanno bruscamente licenziato, non avessero veduto e saputo che essi hanno troppo frequenti ed intime relazioni con due signore, che da poco si sono stabilite a Tonone, che fanno frequenti viaggi, e che tengono lunghe conferenze col superiore dell’Eremo, il signor Duca.
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E piaccia sopratutto di vegliare alle frequenti visite, che fa al Romitaggio un giovinetto di tre o quattro lustri, che spesso pernotta nell’Eremo, e che già le male lingue sogliono chiamare quando lo veggono: il bastardo del Duca, e lo spurio dell’Eremita.
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I sottoscritti confidano nella sapiente discrezione del loro santo pastore e padre per la segretezza di questa loro comunicazione, e nell’atto che gli baciano la mano con tutta la riverenza, con tutta l’affezione di figli devotissimi ed ubbidientissimi ne implorano la pastorale benedizione.
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Affettuoso, commovente fu il primo incontro del degno Vescovo col grande Pontefice Eugenio IV nella modesta camera, che il perseguitato ed esule Vicario di Cristo occupava a quei giorni nel chiostro di S. Maria Novella.