Stefano Sampol Gandolfo
Roma, Tip. G. Ciotola
L'eremita di Ripaglia ossia l'antipapa Amedeo VIII di Savoia
Stefano Sampol Gandolfo
p. 27
Una specie, insomma, di Vittorio Emanuele II, meno l'ingegno [...]
pp. 27-28
Egrave; desso il nostro Amedeo VIII, che alla morte del principe Ludovico, avvenuta senza eredi a Torino nel 1418, riunì la Signoria del Piemonte agli stati suoi savoiardi, non per disposizione testamentaria del defunto principe, ma per diritto di successione, come agnato unico della famiglia.
È desso che diventato il più potente di tutti i suoi predecessori, incominciò a comparire e a sedere tra i più rispettati sovrani d'Europa. Desso quell'Amedeo, la cui mediazione e i cui consigli erano spesso richiesti dall'imperatore Sigismondo, da Emanuele Paleologo, dal re di Francia e dallo stesso grande pontefice Eugenio IV. Desso quell'Amedeo, alle cui armi si videro obbligate di collegarsi nel 1426 le due potenti repubbliche di Venezia e di Firenze per tener fronte al poderoso Duca di Milano, Filippo Maria Visconti.
È desso infine l'autore di quell'ammirabile Codice di leggi, che col titolo di Statuti di Savoia servì il primo di fondamento alla legislazione non solo del Piemonte, ma di molti altri stati d'Europa.
p. 28
Chi afferma che il nostro Duca prese in odio il trono per la morte della sua sposa Maria di Borgogna, ch'egli amava teneramente, non afferma il vero.
p. 29
Di giorno, lo squallore dei pochi alberi, spogli, in segno di lutto, dell'adornamento gentile delle loro chiome [...]
Di notte, il triste metro delle upupe e delle civette, l'abbaiare dei cani feroci squinzagliati dai circonvicini pastori [...]
p. 30
Chi si faceva ad interrogare curioso i ciceroni e le guide mercenarie di quei giorni intorno a quei desolanti residui di una grandezza sparita: “Signore! Signora! ‒ si sentiva rispondere con mesto accento da tutti i rivieraschi del lago, uomini o donne, giovani o vecchi ‒ È là, dentro le prigioni sotterranee, umide, e buie di quel Castello dei Conti di Ginevra, che soffrì tanto, e che morì arsa viva… non l’avete mai sentita nominare? La Bella Savoiarda! Se sentiste che storia crudele”!