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Stefano Sampol Gandolfo

opere

L'eremita di Ripaglia ossia l'antipapa Amedeo VIII di Savoia

Stefano Sampol Gandolfo

Roma, Tip. G. Ciotola

L'eremita di Ripaglia ossia l'antipapa Amedeo VIII di Savoia

Stefano Sampol Gandolfo

pp. 59-60
Quando le avete vedute la prima volta erano in abito di perfetto duolo, e nascondevano le loro sembianze in un fittissimo velo, anch’esso di merletto nero.
[…] Sono esse le due Signore vestite di nero e di nero velate, che vedeste assistere devotamente e sempre in ginocchio, la mattina del 16 ottobre 1434, a tutta la grave cerimonia della Chiesa dell’Eremo di Ripaglia.

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p. 60
La Baronessa Guglielmina Normand non ha più di quarant’anni. […] Le sue bionde chiome abbondantissime, e che vagamente ancora ricciute ed inannellate le incorniciano il volto. I suoi grandi occhi cilestri, vivacissimi ancora e intelligentissimi; la sua piccola bocca artisticamente scolpita tra l’avorio dei suoi denti e il corallo delle sue labbra; le sue ampie spalle, il suo bianchissimo collo, tutto, lo ripetiamo, ti dice, nel vederla assisa tra i fiori del suo giardino, o passeggiando negligentemente vestita di bianco fra gli ombrosi viali dei suoi boschi, che dai 15 ai suoi 25 anni deve aver magnetizzato, e, come oggi direbbesi, cloroformizzato, eterizzato, quanti avevano la fortuna di avvicinarla, di vederla danzare e di sentirla sposare le sue alle armonie dei cieli.

colori

pp. 61-63
Chi conosce la storia del Marchesato di Saluzzo ricorderà certamente, che la irrequieta ed ingiustissima marchesana Isabella D’Oria ottenne un giorno il frutto delle sue insidiose brighe, come ce ne informano le più veridiche cronache saluzzesi, inducendo il debolissimo suo sposo Manfredo ad un solenne testamento, in forza del quale restava spogliato il primogenito Federico, figliuolo del primo letto del marchese Manfredo con Beatrice di Sicilia, e veniva investito del marchesato un altro figliuolo del marchese, chiamato Manfredo, e frutto del suo secondo letto con Isabella l’ambiziosa.
Federico era già padre, e quanto si risentisse della paterna ingiustizia e della persecuzione della matrigna è facile immaginare. Pieno di sdegno e alleatosi col principe d’Acaja, egli sostenne colle armi i suoi diritti; ma invano. Ché il perverso Manfredo, ad istigazione della stessa Isabella, cedette solennemente a questa tutte le sue ragioni, e gettò nella più grave costernazione le terre tutte del Marchesato.
Lunga ed accanita fu la lotta cittadina dei partiti; durante la quale, rimasto vedovo, sposò Federico la più leggiadra donzella di Saluzzo, per nome Giacomina, appartenente alla nobile e ricca famiglia dei Conti di Biandrate, oggi ancora esistenti.
[…] Questo matrimonio indispettì più profondamente l’animo di Manfredo e più specialmente della rea Isabella, sua matrigna. Motivo per cui, invece di pacificarsi gli animi per i buoni uffici del principe di Acaja e di tutti i parenti delle rispettive famiglie, scoppiò più terribile la guerra. Durante la quale […] cessò di vivere il buon Federico, e prese a sostenere i paterni diritti il suo primogenito Tomaso.
Il marchese Tomaso, che da Ricciarda, figliuola di Galeazzo Visconti Signor di Milano, aveva già avuto tre figli, era alieno dalle discordie e dalle ire.

storia

p. 63
Da Beatrice di Sicilia [Manfredo] aveva avuto il primogenito suo figliuolo Federico, ed una figliuola sola, Caterina, diventata contessa di Barge.
Dalle infauste nozze con Isabella D’Oria, figlia di Bernabò D’Oria illustre capitano di Genova, era diventato padre del perverso Manfredo, di un Teodoro signore di Scarnafiggi, di un Bonifazio signore di Torre San Giorgio, e di una Eleonora diventata contessa di Cave.

storia

pp. 65-66
Sulle origini della Real Casa di Savoia noi non siamo dell’opinione del noto suo storico cortigiano, il cavaliere Cibrario. Il quale, contrariamente a ciò che narrano le più antiche cronache Savoiarde, ha osato asserire: che la Casa di Savoia è la più antica stirpe che viva di principi italiani. Che capostipite di essa deve considerarsi quell’Umberto Biancamano, che sul finire del secolo undecimo fu Conte di Aosta e luogotenente generale del Re di Borgogna. E che padre di Umberto dalle Bianche Mani debba ritenersi Ottone Guglielmo duca e conte di Borgogna, figliuolo di Adalberto, nipote di Berengario II, ambedue re d’Italia, pronipote di Gisla, figliuola di Berengario I, re d’Italia, abnepote di Ascanio marchese di Ivrea, figliuola di Guido duca di Spoleto, fratello di Guido re d’Italia ed emulo di Berengario.

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