Enrico Costa
Cagliari, Centro di Studi Filologici Sardi / Cuec, 2007
La bella di Cabras
Enrico Costa
p. 7
Corbetta vanta, fra le belle donne dell’isola, quelle di Cabras, di Solanas e di Donigala, “le quali si distinguono per il puro profilo, per il regolare ovale dei visi, per gli occhi e chiome corvine”.
p. 8
La regina Maria Teresa d’Austria, quella che ebbe la reggenza dell’isola dal maggio del 1814 all’agosto del 1815, dopo la partenza da Cagliari di suo marito, il re Vittorio Emmanuele I; quella a cui gli Stamenti, per istanza dell’ambizioso prete oristanese Pietro Sisternes, votarono venticinque mila scudi di spillatico e per la quale nel 1808 si fondò un nuovo villaggio in Gallura, battezzandolo col suo nome santificato: Santa Teresa; quella regina che odiava talmente Napoleone I da volerne incisa l’immagine in fondo al suo orinale d’argento; Maria Teresa, infine, volle un giorno visitare il villaggio di Cabras. E invaghita degli occhi, della carnagione e del portamento di quelle giovani contadine, ella asserì in presenza di tutti che esse potevano rivaleggiare per la bellezza con le stesse Georgiane. Volendo quindi in qualche modo suggellare la sua asserzione, la regina depose un bacio sulla fronte della più bella.
p. 8
Le cabrarisse […] hanno per lo più la carnagione bianco-perla come le orientali, e gli occhi tagliati a mandorla e azzurri, quasi riflettenti le splendide onde del loro stagno.
p. 9
E il grigio dei ladiri fa maggiormente risaltare la morbida e bianca carnagione delle care creature, nate dalle nozze della terra col mare.
p. 9
Il nostro sommo storico Fara, parlando dello stagno di Mare-Pontis, lo dice frequentato da moltissimi cigni, uccelli sacri a Venere, come i passeri e le colombe. [...]
Lasciando insoluta la questione, mi piace constatare che le belle figlie di Cabras – come le poetiche rondini – vivono nei loro nidi di fango.