Enrico Costa
Cagliari, Centro di Studi Filologici Sardi / Cuec, 2007
La bella di Cabras
Enrico Costa
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Un certo Beppe (Pippiccu) di Donigala.
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E' certo altresì che il costume di Cabras è inferiore per bellezza, semplicità ed eleganza a quello di Sennori, di Ploaghe, d'Osilo, d'Ittiri, di Bono, di Nuoro, e di molti altri paesi della Sardegna.
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La bella di Cabras, come le altre cabrarisse, aveva mandato in chiesa il suo più caro fazzoletto; ma il segreto era questo: il fazzoletto era stato assicurato alla canna con un altro nastro color celeste, regalato a Rosa da Salvatore. L'unione di quel nastro e di quel fazzoletto, dentro una chiesa, aveva per i due amanti un misterioso significato: era una promessa, un giuramento di fedeltà, un felice augurio di sicure, se non prossime, nozze.
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Rosa vestiva il costume di Cabras, che ben poco si discosta da quello usato in tutto il Cmapidano oristanese: la gonnella, il giubbetto rosso e il gran fazzoletto color marrone. La gonnella di fustagno è semplicissima, né ha nulla di particolare; è a righettine a due colori – azzurro carico e rosso mattone – le quali vengono ridotte a pieghe sottili, in modo da formare una specie di color cangiante, non troppo di buon gusto.
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L'usanza di riscontra in tutta l'isola, anche nei paesi freddi e d'aria più salubre, come Osilo, Bono, Bitti, Fonni e Tempio.