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autori

Romolo Riccardo Lecis

opere

La razza. Frammento di recentissima storia

Romolo Riccardo Lecis

Roma, Maglione e Strini, 1923

La razza. Frammento di recentissima storia

Romolo Riccardo Lecis

p. 178
E intanto rivedeva sè stesso così destro, vigoroso e impaziente nell’aspro combattimento del 19 agosto a Raccogliano Biglia prima che il piombo nemico lo cogliesse. […] Come un quadro epico di colpo gli riappariva il combattimento: la lotta sanguinosa e irruenta al principio, irruenta vieppiù, e decisiva, alla fine, con lo schiacciamento totale di una compagnia austriaca di duecentosessanta uomini, abbrancata ai lati e di fronte dai Sardi di Cagliari e di Sassari con l’impeto dei mastini di Barbagia, senza pietà e senza allentare; e il grido forsennato e feroce dei gregari e degli ufficiali che si perdevano nella mischia e nel fumo "Sassari! Sassari!" gli feriva ancora le orecchie.

geografia, storia

pp. 186-187
Non vestiva la casacca, la mastruca pelosa che quasi tutti i pastori portano sulla montagna al caldo e al gelo per rigorosa osservanza di quel costume a cui, già prima di muover passo, ogni nuovo nato pare faccia tacitamente giuramento. Egli dunque doveva essersi tolta la mastruca nel riposo e averla deposta da un lato con la bisaccia, col sacco e con la verga. […]
I calzoni bianchi, ad ampi sbuffi, che gli ricadevano in mille pieghe sull’esile ginocchio, spiccavano in contrasto superbo di contro al nero lucido del copripetto di velluto trapuntato di seta da ignota fine mano paziente. Gli brillavano sul largo petto di giovanile atleta, percossi dai raggi del sole erompenti di tra il fitto dell’alte querce, i bottoni d’argento disposti in lunga fila al lato manco. E le gambe strette e affusolate in is carzas de tresidenti avevano non so che di eleganza signorile e civettuola nel loro garbo e nella loro forma così schietta, ad un tempo non so che di sveltezza presta, vivace e impaziente, e, infine, nascosta, quella forza miracolosa che alla corsa, alla lotta e alla fatica fa duri come acciaio i muscoli delle gambe stesse e dei garretti.

colori, costumi, lingua

pp. 190-191
"Ecco" si disse "perché bisogna affermare che pur nell’amore questo nostro popolo ha un’anima diversa da ogni altro popolo. V’è nel suo sentimento erotico un carattere di forza singolare che muove impetuosamente il sangue".
L’uomo sardo, infatti, ama veramente una volta sola: la prima volta.
Allora ama con la tenacia di colui ch’è risoluto a morire quando gli venga negato l’ultimo sorso di vita. L’intensità dell’affetto spesso è tale che basta a spezzargli i battiti del cuore come si spezzano le corde di una lira e la corda di un arco troppo tese.
Quando ama diviene signore galante, diviene cavaliere. Fa le sue splendide mostre d’eleganza, di fierezza, di cortesia e di bravura come il campione di una giostra sotto gli occhi di mille spettatori e di mille giudici. E trionfa: nell’amore come nella vita.
Perciò tutti i suoi canti sono squarci vivi di passione. Sotto ogni senso appaiono circonfusi di fiamma.

gente

p. 194
Da questi accenti della più vibrante e irresistibile passione che si mostra intera attraverso parole che non conoscono fronzoli d’arte, ricche non pur di calore ma di fuoco, appare rivelata la natura affettivo-volitiva dell’anima sarda. Nei versi guizzano lampi vivi.

gente, lingua

p. 202
Ai piedi di Marco Ersini il verde di una piccola conca pianeggiante e vezzosa si faceva più chiaro. D’intorno sempre il grigiore cupo delle macchie, della foresta e delle balze, penetrate per ogni dove da vive occhiate di sole; qua e là il filo bianco e l’acrocoro di un granito chiazzato di giallo sporco di calcina, opera superflua di uccelli silvestri sparsi in quell’ora lontano a liberarsi negli spazî più liberi dell’aria; poi il colore ferrugigno di un dirupo orrido, terribile, meravigliosamente bello dei suoi fascini più violenti; poi i bagliori argentei delle pietre sparse per ogni china, per ogni erta, per ogni conca e ogni avvallamento del terreno montuoso, e ancora il colore fosco di mille sterpi abbracciati in un groviglio, già in punto d’intristire…. Infine la trasparenza pallida di miriadi di foglioline nascenti, a dispetto dell’ottobre, su cespi di fiori selvatici non anche risecchiti o morienti.

colori, flora e fauna

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