HOME
 
CHI SIAMO
 
PUBBLICAZIONI
 
AUTORI
 
PERIODICI
 
DIDATTICA
 
LESSICO
 
BIBLIOGRAFIA
 
RECENSIONI
 
EVENTI
 
CREDITS
Vai all'indice di questa sezione

Ricerca avanzata

TEMI

arte aspirazioni colori contatti con altri paesi costumi emigrazione flora e fauna gente geografia giornalismo istruzione italia ed europa leggende limiti lingua modi di dire nazioni extraeuropee religiosità riferimenti letterari storia

PAGINE CORRELATE

autori

Romolo Riccardo Lecis

opere

La razza. Frammento di recentissima storia

Romolo Riccardo Lecis

Roma, Maglione e Strini, 1923

La razza. Frammento di recentissima storia

Romolo Riccardo Lecis

p. 167
Tutti gli ufficiali ammirano il valore e l’abnegazione del soldato sardo; io faccio del mio possibile perché questa stima si accresca sempre più.

gente, italia ed europa

p. 171
Possiamo senz’altro dire ch’egli si proponeva di rivedere, ripreso che avesse vigore, tutti i punti strategici o non, pittoreschi e felici di Barbagia: sarebbe ripassato per le foreste e i boschi e is tancas dei cui mille diversi aspetti serbava un ricordo chiaro ad onta della lunga assenza.
Quella severa Barbagia superba di sue orride bellezze soggiogava il cuore dell’artista e il cuore del figlio: l’uno assetato di bellezza, di natura ed arte, l’altro assetato e traboccante d’amore.

flora e fauna, geografia, lingua

p. 172
I luoghi di Barbagia si prestano per le cavalcate classiche in modo meraviglioso. Si affrontano erte che sono per il cavallo una prova difficile; si sente con orgoglio giungendo su ripiani superbi l’ansito violento della bestia generosa che si scrolla, rode i freni, si ferma e studia attentamente le altre erte che si susseguono. Si superano anche quelle, a trotto, a galoppo, e si conquista un paradiso. Sono orizzonti sconfinati, a quando chiari, a quando pallidi, a quando civettanti tra mille tinte incerte disgregantisi e ricomponentisi di continuo; le catene lontane delle montagne appaiono in una sola linea fluttuante di cui non si scorge più la fine: e da quello sfondo e da quella visione lo spirito avvinto, sospeso, non si stacca se non estasiato.

colori, flora e fauna, geografia

pp. 173-176
Epperò, ecco Barbagia e Ogliastra, le regioni sorelle e finitime unite dagli stessi caratteri biologici di razza, attraverso la parola di un illustre prelato che le dilige e le soccorre d’amore, instancabilmente: "Ricca, varia. Bella tutta la plaga. In capo il Gennargentu; a destra, ai piedi, il Flumendosa; a manca, dal Monte Santo, sui confini di Dorgali, a porto Corallo, presso Muravera, il Mar Tirreno.
Ovunque l’orizzonte è come una festa di monti, di colli, di balze che si alternano di giogaia in giogaia come gigantesche onde incalzantesi al mare: quasi ciascuna catena sta a sè, ed ogni monte o colle sorge da sè, dai piedi nella pianura, e con le pendici, con le vette soleggiate ed ombreggiate dalla propria luce.
Appaiono le rocce brulle, sassose, capricciose, irte, facili, tagliate a picco; e colline incantevoli, verdeggianti, simmetriche, come innalzate a belvedere sulle cerulee onde del mare".
Ai piedi del Gennargentu, propriamente della montagna Perdaliana, che all’altezza di circa 1300 metri termina acuminata in forma precisa di gigantesco castello, con mura e torri e spalti e merli, figurano belli e caratteristici i così detti corongius i quali movendosi dal Nord al Sud Est, verso la stazione di Gairo prima, per Ulassai, Jerzu, poi; di qua fino a Monte Ferru. Di là sino a Taccu Mannu ed a Tacchixeddu di Tertenia, vanno come una sola catena compatta di ciclopiche muraglie dolomitiche – ove crollanti ed ove superbe nella loro interezza – coronate di roveri, di cespugli, dalle più fantastiche forme di stalattiti sotto la volta del cielo!
E la vegetazione è ricca. Varia, poderosa ovunque! […]
Quale incanto nell’altopiano di Sadali, profumato di timo, serpillo, ramerino, issopo, maggiorana!.... Come più aprico l’altro che dalle pendici di S. Vittoria va fino alla solitaria Escalaplano, ed indi – solcato dal Flumineddu, limitato al Sud dal Monte Cardiga, ad est dalla contrada di Quirra – volge più alto, più ricco verso Perdas de fogu e poi fino al Corongiu di Jerzu!

colori, flora e fauna, geografia, lingua

pp. 174-175
E la vegetazione è ricca. Varia, poderosa ovunque! Qui gli impareggiabili versi di Orazio:
"Qua pinus ingens albaque populus
Umbram hospitalem consociare amant
Ramis et obliquo laborat
Lympha fugax trepidare rivo"
si avverano a meraviglia, e l’ipercritico non ha nulla a ridire!...
Ed invero vedi insieme la quercia gigantesca e il pino e il pioppo e l’eucaliptus gigante: il castagno, l’ulivo capriccioso selvaggio, l’ontano, l’olmo, il ginepro, l’arancio, il cedro, la palma altissima, il fico d’India, cactus incessante, secolare, con mille fusti su mille fusti, il lentischio, l’oleandro fiorito, e il corbezzolo con le coccole come gocciole di sangue, mirto, sparto, ferula, roveri e pruni d’ogni sorta: la canna palustre pennacchiuta, ortacei di ogni specie: carrubi, mandorli e frutteti; una vegetazione di un verde cupo quasi nereggiante corre in ogni senso ed in ogni verso dal mare al piano, dal colle al monte: ogni roccia è inghirlandata, ogni crepa di sasso e di macigno ha un ciuffo di verde.

colori, flora e fauna, riferimenti letterari

Indietro1 . 2 . 3 . 4 . 5 . 6 . 7 . 8 . 9 . 10 ......Avanti
 
Centro di Studi Filologici Sardi - via dei Genovesi, 114 09124 Cagliari - P.IVA 01850960905
credits | Informativa sulla privacy |