Istruzione
Milano, Mondadori, 1972
Paese d'ombre
Giuseppe Dessì
p. 128
laquo;Sia lodato Gesù Cristo» mormorò all’uso dei vecchi, quando Zurito si fermò accanto a lui. «Sempre sia lodato» rispose Angelo.
p. 131
laquo;Vai con Dio» mormorò il vecchio. […] Valentina le vedeva sussultare e segnarsi rapide, quando gli uomini si chinavano per mormorare qualcosa. […] «Dio mio, fa che non sia vero!» pregò a voce alta mordendosi a sangue il dorso della mano. […] «Mio Dio, ti ringrazio.».
p. 133
Le poche persone che incontrava la salutavano, gli uomini con un cenno e un brontolìo inintelligibile; le donne con il rituale saluto della sera: «Ave Maria». «Gratia plena» rispondeva Valentina senza rallentare il passo. […] Si segnò, recitò un requiem, poi scese per il viottolo scosceso che portava alla strada campestre.
pp. 157-158
Alla fine l’arciprete cedette. «E va bene!» disse con l’abituale malagrazia. «Se non lo arrestano in chiesa ai piedi dell’altare, io vi sposo la notte di Natale; ma tu devi dire quaranta pater e trecento avemaria, inginocchiata davanti alla statua di Sant’Agnese vergine e martire» […] Era devota di Sant’Agnese, le portava sempre i fiori dell’orto, a fasci.
pp. 158-159
Era un ammiratore di Manzoni, nel segreto dello studio polveroso e puzzolente, impallidiva a petto di Balzac e di Chateaubriand, di Diderot e di Voltaire.