Istruzione
Milano, Mondadori, 1972
Paese d'ombre
Giuseppe Dessì
p. 159
Dopo aver parlato col cieco Sisinnio Casti, interrogò tutte le persone che si erano trovate presenti il giorno di Santa Barbara, nello spiazzo tra i cespugli di oleandro, e a tutti raccomandò la massima discrezione.
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Valentina stava vicino all’acquasantiera, ancora al braccio di suo padre, all’altezza del presepio: ascoltava oziosamente le voci stonate e lasciava errare gli sguardi sulle persone che aveva davanti a sé, individuò le sorelle, raggruppate accanto ad Angelo e Sofia vicino alla statua di Santa Cecilia, inginocchiati a una panca comune e immersi in preghiera. Lei non riusciva a pregare.
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Lei rispose al sorriso, con la testa vuota di pensieri, e chinando gli occhi si inginocchiò sulla sedia che qualcuno le aveva messo davanti: l’officiante teneva l’ostia alzata sopra la testa calva, che luccicava alla luce dei ceri.
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L’organo, mentre le voci tacevano, riempiva la chiesa di suoni vibranti. Quando sollevò di nuovo gli occhi, il prete teneva ancora l’ostia alzata. Valentina si segnò tenendo tra le dita la crocetta d’argento del suo rosario di madreperla. […] «Esauditeci, Signore onnipotente e misericordioso…» Il prete ora stava leggendo l’Epistola: «Fratelli miei: che le donne siano sottomesse ai loro mariti come al Signore, perché l’uomo è il capo della donna, così come Cristo è il capo della Chiesa, che è il suo corpo…».
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Chiese se volevano davvero unirsi in matrimonio, poi riprese a parlare in modo astratto, invocò il Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe, invocò la benedizione dell’Onnipotente sui loro figli, fino alla terza e alla quarta generazione, parlò di disgrazie, di morte, di vita eterna, e mentre parlava, senza lasciare il tempo di capire, di raccogliersi, impartì loro la comunione; riprese a parlare, benedisse gli anelli e Valentina porse la mano ad Angelo perché le infilasse la fede. […] Molti si avvicinarono per congratularsi e far gli auguri di Natale.