Flora e fauna
Lanusei, Tipografia Sociale, 1885
Ritedda di Baricau
Marcello Cossu
p. 49
I nembi, accavallandosi all'intorno della vetta del monte, componevansi a mille forme strane e fantastiche; e il vento, rimuggendo nella valle, strascinava le aride lappole pei fianchi dellla montagna. Lucia e Ritedda, consumata una frugal cena, ripuliti i tondi e rimessili nella rastrelliera, sedevano al focolare: l'una, dando mano al fuso e alla conocchia; l'altra ai gomitoli e all'aspo.
p. 51
Era dalla tinta bronzina; e i suoi occhi neri, scintillanti e d'una ineffabile dolcezza, concentravano gli ardori del mezzogiorno. La folta e bruna capellatura, che ornava quel caro viso, scendevagli in copiose anella per il collo e le spalle, ondeggiando come criniera di brioso puledro.
pp. 52-53
La coltura della terra in questi paesi è trascurata, ed il principale mestiere degli uomini è quello di cavalcanti, o di mercanti ambulanti, portando in tutta l'isola coperte di lana, noce, nocciuola, castagna, tavole, casse lavorate. Tutti questi oggetti portano coi loro piccoli cavalli e passano una parte della vita lontani dai loro villaggi, bevendo del vino più galiardo.
p. 52
Lucia, tu sei bella!... i tuoi occhi neri mi affascinano, le tue labbra rosse, come le nostre ciriege, m'invitano ai baci.
p. 61
In quella sera, a detta di Giovannino, a nostra appetitosa conoscenza, si era fatta una cenetta in campagna, dove si erano mangiati i maccheroni al sugo dei pomidoro, primizie degli orti di Tortolì, innaffiati copiosamente ( non gli orti, ma i maccheroni) col classico vino d'Ogliastra.