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Storia

Lanusei, Tipografia Sociale, 1885

Ritedda di Baricau

Marcello Cossu

pp. 67-68
Erano le cose a questi termini, allorchè per la prima volta venne fatto appello alla nostra Sardegna, di dare anch'essa il suo contingente di figli pel militare servizio. Questo appello, per quanto fosse considerato di grande importanza dalle sagge intelligenze del paese, era giudicato dal volgo come una vera strage che il Governo si permetteva di fare dei giovani. La maggior parte delle famiglie vi rispose perciò malvolentieri; e da un capo all'altro dell'Isola, si estese un gran grido di dolore.

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pp. 68-69
E più che altrove si fecero strazianti le grida fra le selvose ville dell'Ogliastra e della Barbagia dove, un popolo quasi nomade solea passar la vta, traendo il gregge per gli ubertosi pascoli, cantando amorose egloghe, aspirando a pieni polmoni il salubre aere dei suoi monti e rifocillandosi di miele e di latte generoso. In quei paesi, non era ancor intesa abbastanza la nuova era poco prima proclamata del Re Carlo Alberto. Era un popolo debellato dalle passate guerre contro la sua indipendenza: un popolo reso domo come gli armenti che guidava, dal feroce giogo feudale;..... ma aveva cari i suoi monti, le sue mandrie, la sue capanne; e di assai malavoglia sarebbesi assuefatto distaccarsi da loro, andare in estraneo paese e vivere nel chiuso aere di un quartiere.

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pp. 69-70
E riflettendo che quel popolo sopportava presso che silenzioso il proprio supplicio e che, ad aggravamento di abbiettezza, si confessava quasi conscio e convinto di una insuperabile inferiorità verso le caste privilegiate si può francamente dedurre che la nostra era novella non solo ha immensamente migliorato il materiale destino delle masse, ma che ha in esse infiltrato un sentimento più completo, più nobile, più indipendente dell'umana dignità. Non è adunque, checchè se ne dica, il solo progresso industriale, quello che caratterizza il nostro secolo, ma l'incontestabile progresso morale, che se non soddisfa ancora a tutte le ragionevoli ed irragionevoli esigenze, è però sufficientemente avanzato, perchè ci sia permesso di non invidiare, come pur troppo alcuni lo fanno, le torri dei feudatari, la servitù della gleba, i diritti baronali, il folle sfarzo dei palagi e la vita trascinata nel fango, non solo dalla plebaglia, eziandio dagli uomini che formarono più tardi la borghesia, sia questa potenza di transizione, che simile ad un reagente, giungerà coi secoli a fondare i diversi metalli, simboli dei vari ordini sociali, in una lega compatta, indissolubile, completa; ed allora l'umanità potrà essere rappresentata da una statua omogenea, uniforme nella composizione di tutte le sue parti, ben diversa dal fatal colosso, che sollevando alle nubi l'orgogliosa cervice d'oro, premeva d'immane peso gli abbietti piedi di creta.

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p. 73
Il nostro Daniele apparteneva ai nati del 1830, epperò veniva compreso nella lista di quell'anno.

storia

pp. 117-118
Dopo la dispatta di Novara fino al 1859, la storia d'Italia si può compendiare in una serie di dolorose vicende, interrotte da qualche lampo di speranza. Alle prigioni, ai patiboli, ai sequestri, alle perquisizioni, alle gravezze d'assedio, e persino alla pena del bastone, le popolazioni soggiogate dallo straniero opponevano lo scudo della resistenza passiva e il fermo proposito di non scendere a nessuna transazione. Nonostante, il Piemonte proseguiva l'opera rigeneratrice delle riforme. Ma per guadagnarsi la simpatia e l'estimazione d'Europa, era d' uopo di qualche avvenimento straordinario che gli offrisse opportunità di fa bella prova di sè e rendere servigi meritevoli di ricompensa e di contraccambio. Ed ecco 15 mila uomini del Piemonte, mercò destra e ferma politica di Cavour, guerreggiare bravamente in Crimea allato della Francia e dell'inghilterra; e il nostro esercito segnalarsi in ogni scontro e coprirsi di gloria nella battaglia della Cernaja. La maggior parte del nostro esercizio destinato per quella spedizione venne formato dai nostri coscritti sardi. Questi nostri figli avevano sempre primeggiato, sia nell'apprendimento delle manovre, sia nella osservanza della militare disciplina, da far meravigliare gli stessi superiori, che, a prima giunta, li avevano considerati come branchi selvaggi. E là, nel lontano Oriente, questi baldi giovani combatterono da leoni, ed ebbero il conforto di riedere in patria col sero della vittoria.

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