Religiosità
Cagliari, Centro di Studi Filologici Sardi / Cuec, 2007
La bella di Cabras
Enrico Costa
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Era il 23 maggio del 1860 – la vigilia di Santa Maria – titolare della parrocchia del villaggio, la festa principale di Cabras; la quale chiama dai dintorni un numero infinito di devoti, di curiosi, di buontemponi. Le belle forosette del paese avevano da più giorni lasciato inoperoso il telaio e le altre faccende domestiche, per pulire e apparecchiare le lunghe canne, alle quali, con cura, andavano assicurando i loro più cari fazzoletti, i più eleganti sciallini, le pezzuole, i broccati, che dovevano servire per addobbare e decorare la chiesa nel giorno della festa.
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Oltre al merito che ogni famiglia vuol farsi, concorrendo alla decorazione degli altari; oltre all'orgoglio di poter mettere in mostra quanto di meglio si ha in casa, perché venga ammirato dai visitatori, in quell'usanza originale c'entra un pochino la questione religiosa. Que' fazzoletti, quegli sciallini, quei broccati, dopo aver assistito alle sacre funzioni, rientrano in casa benedetti e possono apportare buona fortuna.
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Curioso invero vedere la chiesa di Santa Maria nel 24 di maggio, in cui ricorre la festa solenne! All'esterno di quel tempio modesto, intorno alla gran porta d'ingresso, ricca di quattro colonne di stile barocco, sono disposti fasci di mirto, d'alloro, di timo, di serpillo, e di altre piante aromatiche. Nell'interno della chiesa, centinaia di bandiere formanti i gruppi più capricciosi su per gli archi, intorno ai pilastri, sugli altari, dappertutto.
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La bella di Cabras, come le altre cabrarisse, aveva mandato in chiesa il suo più caro fazzoletto; ma il segreto era questo: il fazzoletto era stato assicurato alla canna con un altro nastro color celeste, regalato a Rosa da Salvatore. L'unione di quel nastro e di quel fazzoletto, dentro una chiesa, aveva per i due amanti un misterioso significato: era una promessa, un giuramento di fedeltà, un felice augurio di sicure, se non prossime, nozze.
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E' San Giovanni di Sinis; costrutta, a quanto dicesi, nel IX secolo. Era la principale chiesa della Tharros cristiana...Più in là è l'altra chiesetta di S. Salvatore, dove si fa una festa popolare, nella prima domenica di settembre...Tutta la regione è sparsa di Nuraghi; il Padre Vitale asserisce vi esistessero quaranta villaggi.