Religiosità
Cagliari, Tipografia del Corriere di Sardegna, 1875
Violetta del Goceano. Romanzo contemporaneo
Marcello Cossu
p. 164
Tuttavia però non vedeva un vivente a cui porgere la mia riconoscenza, allorchè parvemi di udire un anelito affannoso e scorgo un'ombra simile a larva benigna evocata dal sepolcro.
p. 166
Povere spose italiane, fatte vedovelle nel più bel giorno del vostro sospiro! E quando v'attendevate i vostri uomini con la corona dell'ulivo in fronte e col glorioso annunzio d'aver redento i fratelli dallo straniero!.... Ma voi pure dovete andar superbe del vostro fato, e pari a donne Spartane alla Battaglia di Leuttra, dovete accorrere al tempio e ringraziare Iddio d'avere i vostri prodi fatto il loro dovere!
p. 175
Simile a sposa novella, procinta la fonte di rose e ammantata di bianco era accorsa a rendere alla comun Madre il bacio della pace.
p. 180
Il nostro arrivo fu salutato con gioia dai vignaiuoli grazoncelli e villanenne che si trovavano nel perdio intenti alla vendemia. O, come si notavano lieti nella bisogna! quanta giocondità trapelava da loro! com'erano felici! - E chi più di essi! - Forse gli Epuloni con i loro incalcolabili tesori che si tengono chiusi nelle splendide sale d'un castello? - Niente affatto... E' il caso di ripetere quello che disse un giorno Solone a Creso re di Lidia, il quale nel fargli mostra delle sue immense ricchezze, lo domandava se egli veramente lo reputava l'uomo più felice della terra. No, gli avea replicato Solone, io conosco un uomo più felice di voi; questi è un contadino della Grecia, che non essendo né povero, né ricco, non ha che pochi bisogni ai quali provvede colla fatica delle sue mani.
p. 206
Possa diventare pur san Luigi; ma non sarà lui che varcherà la mia porta.