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Lingua

Cagliari, Tipografia del Corriere di Sardegna, 1875

Elodia e la repubblica sassarese. Romanzo storico

Marcello Cossu

p. 180
La scala a chiocciola di quella buca misteriosa metteva in un androne sotterraneo. - Qui mai penetrò aura di vita, o spiro benefico ricambiò la chiusa atmosfera; un umido fettore cadaverico ne addensa l'ambiente. - Ne mai luce di cielo vi scese a squarciare le fosche ombre che vi sono. Solo talvolta qualche fiaccola impegolata illuminò quel luogo, ma per renderlo ancor più tetro, orrido! - qui l'uomo potente compiva sicuro le sue vendette; né temea di chiunque neppure di Dio unico che potessegli frenare il brando! - E se le ceneri di tanti sventurati che qui furono immolati ingiustamente non verrebbero un dì ravvivate dal soffio dell'Altissimo per godere di quella pace che in terra a lor fu niegata.... E se le scelleratezze e delitti dell'uomo infame non venissero un giorno giustamente punite... che cosa sarebbe l'uomo stesso? - Certo la più infelice delle creature!.

lingua, religiosità

p. 184
A colmo di sventura gli parve lo assalisse una caterva di spettri neri neri e delle atletiche forme – dalle corna, dagli occhi e dalle bocche infuocate – con in mani lunghi tridenti e roncigli, coi quali lo ghermissero e d'un volo lo trasportassero in luogo ove non e che luca. - Ivi è approntata una immensa vasca di pece bollente, ove lo Zanche scorge o gli sembrò scorgere a galla uomini, fra cui il suo amico Frate Gomiìta di Gallura. I demoni accoccano a questi, dei roncigli – lo sollevano in tutta la persona ed il misero frate allora dice all'amico: << Qui ti attendo, o fratello. >> E tutto finir lì la terribile scena – lo Giudice trovarsi sulla soglia della porta da lui tanto sospirata – salirne frettoloso la scaletta mentre chiama ansiosamente : - Bianca, Bianca!

colori, geografia, lingua, religiosità, storia

p. 187
Giunti alla sboccata, traversarono per lungo la piazzetta del Duomo e non si fermarono che a porta Utzeri.

geografia, lingua

p. 188
Porta Utzeri a quella tarda ora era chiusa e vigilata da una scolta. Uno di que' due uomini non appena giuntivi disse alcune parole all'orecchio della guardia, la quale tosto si accinse per aprirla e lasciò liberamente passare i sorvenuti. Essi fecero ancora oltre i tremila passi, poi si rifermarono in faccia ad una mole gigantesca. Questa veniva ad essere il Monastero di San Pietro di Silchi posseduto dai monaci Benedettini in uno Villa, rinomata in quel tempo per le sue amenità e delizie.

arte, lingua, religiosità

p. 190
Poi uno di essi che sembrava il Corifeo dell'assemblea.

lingua

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