Contatti con altri paesi
Milano, Arnoldo Mondadori Editore
Canne al vento
Grazia Deledda
p. 521
- E Giacinto?
- L'ho veduto a Nuoro, quel morto di fame. Perché non l'hai preso con te a chiedere l'elemosina? E adesso, sai cosa fa? Sposa quell'altra morta di fame, Grixenda, sì, stupido!
p. 522
Dopo la Festa di San Cosma e Damiano di Mamojada, Efix e i ciechi andarono a Bitti per la Madonna del Miracolo.
p. 522
Prima di arrivare fecero tappa sopra Orune, ma sebbene stanco Efix non s'addormentò per paura che gli rubassero la bisaccia col gruzzolo raccolto nelle ultime feste.
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Stettero così, con le mani unite, come Efix li aveva veduti uscire dalla caserma di Fonni, e pareva aspettassero ch'egli parlasse, sfidandolo un poco: trasse quindi l'involtino delle monete raccolte in quel giorno, e dopo averlo fatto dondolare davanti a loro, guardandoli e sorridendo, lo lasciò cadere in mano al cieco vero e se ne andò.
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- Dimmi tutto; puoi dirmelo, Zuannantò. Io sono come di famiglia.
- Sì, ecco, vi dirò.Dunque Grixenda stava male; si consumava, come un lucignolo. Di notte aveva la febbre: s'alzava come una matta e diceva: «voglio andare a Nuoro». Ma quando si trattava di aprir la porta non poteva. Capite: c'era fuori la nonna che spingeva la porta e le impediva di andare. Allora, una volta, sono andato io, a Nuoro.