Contatti con altri paesi
Milano, Arnoldo Mondadori Editore
Canne al vento
Grazia Deledda
p. 438
- Allora mi lascino formare la mia famiglia. Io, magari, porterò Grixenda in casa loro ed essa le aiuterà. Ormai esse sono vecchie. Io lavorerò. Andrò a Nuoro, comprerò formaggio, bestiame, lana, vino, persino legna, sì: perché adesso, con la guerra, tutto ha valore. Andrò a Roma e offrirò la merce al Ministero della Guerra. Sai quanto c'è da guadagnare?
p. 448
Appena arrivato ha fatto relazione con tutta la gente che ci disprezza. Poi s'è messo a far all'amore con la ragazza della peggior razza di Galte.
p. 453
- E adesso? Le mie padrone si sono un po' calmate perché ho promesso di cacciarti via, intendi?
Esse credono che le cambiali son davvero firmate da don Predu ed io non ho avuto il coraggio di dir loro la verità perché le firme sono false, vero? Ah, sì, è vero? Ah, Giacinto, anima mia, che hai fatto! E adesso? Andrai a Nuoro? Lavorerai? Pagherai?
p. 453
- Ebbene, senti: tu andrai ancora dall'usuraia e ti farai dare cento lire per recarti a Nuoro. Là cercherai il posto. L'importante è di cambiar strada, adesso; di sollevarti una buona volta. Intendi?
pp. 454-455
Pregava, invece, seduta sullo scalino della porta sotto la ghirlanda della vite argentea e nera, alla luna: e ogni volta che guardava intorno le sembrava ancora di vedere, qua e là sulla muraglia dei fichi d'India, gli occhi di Efix verdi scintillanti d'ira. Eran le lucciole. Eran le lucciole: ma anche lei credeva alle cose fantastiche, alla vita soprannaturale degli esseri notturni e ricordava che da ragazzetta, quando era povera e andava a chieder l'elemosina ed a raccogliere sterpi sotto le rovine del castello, e la fame e la febbre di malaria la perseguitavano come cani arrabbiati, una volta mentre scendeva fra i ciottoli, acuti come coltelli, in faccia al sole cremis fermo sopra i monti violetti di Dorgali, un signore l'aveva raggiunta, silenzioso, toccandola per la spalla.