Leggende
Roma, Tip. G. Ciotola
L'eremita di Ripaglia ossia l'antipapa Amedeo VIII di Savoia
Stefano Sampol Gandolfo
p. 121
Signori! Nel decorso del secolo tredicesimo, una vezzosa fanciulla di questi contorni, per nome Alda, era un giorno inseguita da un soldato, che le voleva recare villania. Già stava per afferrarla, quando essa invoca la Vergine protettrice della castità, e si slancia dalla rupe nella sottoposta vallata, senza la menoma offesa del suo candido corpo. Di questo prodigio resasi vanitosa, presume un giorno la bella Alda di rinnovare il salto a capriccio. Ma questa volta la Vergine niega soccorso all’atto della sua orgogliosa temerità; e il corpo di Alda cade invece nel fondo della valle, ove lo rinvennero due pastori tutto miseramente sfracellato. È da quel giorno, miei generosi benefattori, che quel precipizio si chiama il Salto della Bella Alda.
p. 170
Narra a questo punto un’antica cronaca savoiarda del 1425, e così di soli 7 anni lontana dall’avvenimento, che mentre niente era venuto a contristare la serenità della festa, solo la improvvisa comparsa di uno sparviero sull’alto della torre del tempio, nel momento preciso in cui gli Sposi vi entravano, avea turbato l’animo pio e alquanto superstizioso di quel campanaro.
pp. 187-188
#8210; Gli sparvieri non si prendono colla scure.
‒ Che sparvieri?... Tu sogni, tu vacilli. È giorno questo di parlare di sparvieri?
‒ Non l’hai sentito il sagrastano del duomo? Il volo di quell’uccellaccio di cattivo augurio ha fatto paura a lui e fa paura anche a me.
‒ Ora ti capisco, lo sparviere del sagrestano ti è rimasto impresso, e tu paventi di qualche cosa… di qualche disgrazia. Ti compatisco, ma lascia, che ti dica, che non è da te il tremare dinanzi a uno sparviere, e a uno sparviere, che infin dei conti non ha veduto nessuno, e per cui potrebi darsi sia stata la fantasia del sagrestano, che preso per uno sparviere qualche innocente piccione…
‒ Altro che piccione&helli