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arte aspirazioni colori contatti con altri paesi costumi emigrazione flora e fauna gente geografia giornalismo istruzione italia ed europa leggende limiti lingua modi di dire nazioni extraeuropee religiosità riferimenti letterari storia

Leggende

Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1945

Cenere

Grazia Deledda

p. 132
- Una volta - ricominciava zia Varvara, - io andai a cogliere spighe intorno ad un nuraghe; mi ricordo come fosse oggi. Avevo la febbre, e verso sera dovetti coricarmi fra le stoppie, aspettando che passasse qualche carro che mi conducesse in paese. Ed ecco cosa vedo. Il cielo, dietro il nuraghe, era tutto color di fuoco: pareva un drappo di scarlatto; ad un tratto un gigante sorse sul patiu e cominciò a cacciar fumo dalla bocca. In breve tutto il cielo si oscurò. Che paura, Nostra Signora mia del Buon Consiglio! Ma ad un tratto vidi San Giorgio con in testa la luna piena, ed in mano una leppa lucente come l'acqua. Tiffeti, taffati! - concluse la vecchia, roteando un coltello da cucina, - San Giorgio tagliò la testa al gigante, e il cielo ritornò sereno.

flora e fauna, leggende, lingua, religiosità

p. 189
In certi momenti gli pareva che niente fosse vero; nella casa della vedova c'era soltanto la vecchia, col suo cappotto e le sue leggende: niente altro... niente altro...
La seconda notte dopo il suo ritorno udì zia Tatàna raccontare una fiaba ad un bimbo del vicinato: «...La donna fuggiva, fuggiva, gettando dei chiodi che si moltiplicavano, si moltiplicavano, coprivano tutta la pianura. Zio Orco la inseguiva, la inseguiva, ma non arrivava a prenderla perché i chiodi gli foravan i piedi...»

leggende

Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1941

Colombi e sparvieri

Grazia Deledda

p. 170
Una leggenda afferma che questo paesetto fu fondato dal diavolo, che vi si rifugia ancora quando la tempesta lo sorprende a cacciare nella boscaglia comunale. Ah, ah, il diavolo cacciatore! Ti dico francamente che questa leggenda mi piacque; un giorno, dissi fra me: «chi l'ha inventata doveva essere uno del paese, dunque in questo paese v'è gente di spirito. Dunque; primo, gente di spirito; secondo, aria buona e fredda che ammazza i microbi e spaccia i malati e rende meno faticoso il mestiere del medico; terzo, caccia abbondante e probabilità d'incontrare il diavolo senza andare a teatro... Ecco il mondo!»

leggende

p. 196
Allora credevo ai morti, agli spiriti infernali che vigilano i tesori, ai banditi che attraversano i boschi, alle donne bianche sedute sulle roccie filando la lana bianca e che se vengono disturbate e cade loro di mano il fuso fanno morire il viandante causa della loro distrazione; ma appunto per sfuggire a tutti questi fantasmi e perché un cavallo visto di notte poteva anche essere uno di quei misteriosi cavalli verdi che in certe leggende conducono ai precipizi chi osa cavalcarli, decisi di fermarmi e di passare la notte nel bosco. Mi coricai dietro una muriccia e sognai che la mia matrigna mi inseguiva a cavallo minacciandomi.

colori, flora e fauna, leggende

p. 201
Un senso di poesia barbara e un velo di leggende circondavano la casa antica ov'ella abitava: talvolta vedevo la testa medioevale del vecchio apparire nel vano delle finestruole simili a feritoie, e tutto un passato epico risorgeva davanti a me, nel silenzio intenso dei meriggi profumati dall'odore del lentischio, o nei crepuscoli interminabili quando io stanco di una realtà troppo meschina mi abbandonavo alle mie fantasticherie di adolescente.

flora e fauna, leggende

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