Leggende
Milano, Arnoldo Mondadori Editore
Canne al vento
Grazia Deledda
p. 381
Efix sentiva il rumore che le panas facevano nel lavar i loro panni giù al fiume, battendoli con uno stinco di morto e credeva di intraveder l'ammattadore, folletto con sette berretti entro i quali conserva un tesoro, balzar di qua e di là sotto il bosco di mandorli, inseguito dai vampiri con la coda di acciaio.
p. 381
Efix si fece il segno della croce e si alzò: ma aspettava ancora che qualcuno arrivasse. Tuttavia spinse l'asse che serviva da porticina e vi appoggiò contro una gran croce di canne che doveva impedire ai folletti e alle tentazioni di penetrare nella capanna.
p. 381
Dal tetto a cono, di canne e giunchi, che copriva i muri a secco e aveva un foro nel mezzo per l'uscita del fumo, pendevano grappoli di cipolle e mazzi d'erbe secche, croci di palma e rami d'ulivo benedetto, un cero dipinto, una falce contro i vampiri e un sacchetto di orzo contro le panas: ad ogni soffio tutto tremava e i fili dei ragni lucevano alla luna.
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Era il suo passaggio che destava lo scintillio dei rami e delle pietre sotto la luna: e agli spiriti
maligni si univano quelli dei bambini non battezzati, spiriti bianchi che volavano per aria
tramutandosi nelle nuvolette argentee dietro la luna: e i nani e le janas , piccole fate che durante la
giornata stanno nelle loro case di roccia a tesser stoffe d'oro in telai d'oro, ballavano all'ombra delle
grandi macchie di filirèa, mentre i giganti s'affacciavano fra le rocce dei monti battuti dalla luna,
tenendo per la briglia gli enormi cavalli verdi che essi soltanto sanno montare, spiando se laggiù fra
le distese d'euforbia malefica si nascondeva qualche drago o se il leggendario serpente cananèa ,
vivente fin dai tempi di Cristo, strisciava sulle sabbie intorno alla palude.
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- Non arrabbiatevi, che vi fa male, zio Efix! Mia nonna dice che è stato il folletto, a uccidere don Zame. È vero o non è vero?