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Leggende

Cagliari, Tipografia del Corriere di Sardegna, 1875

Violetta del Goceano. Romanzo contemporaneo

Marcello Cossu

pp. 147-148
Sta volta don Barrile comprese l'allusione poiché vidilo far cenno alla nipote, che fu propria levarsi, ricevere gli ordini, uscire, rientrando poco dopo con in mano un gabaret di bicchieri colmi d'un liquore dal color dell'ambra e dall'effluvio dell'ambrosia. Noi bevemmo alla salute del padrone – all'amicizia e l'amore!.... Indi facemmo i meritati elogi al nettare, che veramente era degno degli Dei, e ad ora convenevole uscimmo.

colori, flora e fauna, leggende, lingua

p. 150
I raggi della vaga Cinzia divenivano più languidi, il suo disco si fece cinereo, ferale, finchè spari affatto. Qual purezza d'aere! qual limpido orizzonte! - sembrava l'oceano nella sua calma e maestà. Ma quel lembo di cielo poco dopo s'ammantò a porpora, s'elevarono dal suo grembo nubi graziosissime, ch'erravano nell'ampia distesa variopinte, simili ad aiuolette di fiori, mentre appariva il sole, gaio e ridente.

colori, leggende, lingua

p. 151
La nostra brigata lungo il cammino era andata ingrossandosi; c'imbattevamo di frequente in gruppi d'uomini foresi, incapucciati, con lo schioppo in spalla; e in altri che avevano appresso grossi cani pel guinzaglio. - Erano i Capi caccia e gli Aizzatori con le diverse mute di cani, indispensabili nelle nostre caccie grosse. I raggi sbiesci del sole che ci ferivano, proiettavano sul terreno ombre fantasticamente grandi. - Sembravano giganti assisi su mostri con lunghe partigiane in resta. Quando arrivammo al luogo destinato per la partita, scendemmo da sella, consegnammo i cavalli ai domestici e c'internammo nel bosco. I capi caccia si dettero a ordinare le poste, nei diversi varchi, formando un semicerchio di sentinelle avanzate a cui si davano ordini speciali, nel tirare e la consegna di non muover passo; ciò per evitare degli equivoci disastrosi, potendo nella mischia ferire il compagno, o rimaner ferito. Dopo ciò, fecero marciare avanti gli Aizzatori, che si perdettero nel folto del bosco ove stavano accovacciati il feroce cinghiale e il volipide capriolo.

costumi, flora e fauna, geografia, leggende, lingua

p. 159
Giuliano m'avea fatto contrarre la gentile conoscenza d'una Calliope, che prediligeva fra l'altre.

leggende

p. 194
Giuliano non veniva, né la fanciulla ne mostrava ansia; stava lì assorta come una Niobe.

leggende, lingua

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