Francesco Fancello "Brundu"
Roma, Mondadori, 1945
Il diavolo fra i pastori
Francesco Fancello "Brundu"
p. 152
ldquo;Il demonio” gridò il Torello pronto a venire alle mani. “Li arroteremo sulla tua testa di pietra. M’importa assai dei coltelli!” Poi si rivolse al ginnasiale con fare insinuante: “Lasciatelo cantare. Tu che studi nella città grande, cosa vuoi che ti costi a scrivere un bellissimo discorso? Dunque…&rdquo
p. 154
"Fede, speranza e carità” ricordò dalla dottrina cristiana una bambina che fino allora non aveva parlato.
p. 159
Antonio Silano, legato il cavallo ad un pero selvatico nella valletta dell’Acqua nera, si inerpicò per la costa sassosa con passo spedito.
p. 161
La libertà stava dall’altra parte. Dall’altra parte il mare. Di là dal mare l’isola dei foschi ospitali graniti. E le macchie di elci e di querce e gli ermetici roveti.
p. 161
Era proprio scritto che anche lui come il fratello avrebbe lasciata invendicata l’offesa mortale dei Boille? Peggio, assai peggio del fratello. Perché sua era la donna che essi avevano rapito al talamo promesso, e il fratello almeno aveva posto l’oceano fra sé e i suoi nemici, ma lui Antonio Silano, lui continuava a respirare con pecorile rassegnazione la stessa aria, a calpestare le stesse strade.