Francesco Fancello "Brundu"
Roma, Mondadori, 1945
Il diavolo fra i pastori
Francesco Fancello "Brundu"
p. 68
Lo stradone e la piazza erano già popolati di forestieri in costumi sgargianti o in semplici vestiti neri, uomini e donne. I vecchi avevan tutti le lunghe berrette tradizionali, ma la maggior parte dei giovani, -specie gli ex combattenti- portavano berretti sportivi. Erano accorsi molti mercanti a far negozi, coi loro carrettoni ricoperti di teli ricurvi, che sfidano sole e diluvio. C’erano i Dorgalesi, cari alle massaie per le loro provviste di legumi e Patate, ma più accetti agli uomini per il carico di vini pregiati.
p. 69
Il pomeriggio era ancora caldo ed afoso, ma ciò non diminuiva l’andirivieni dei paesani e dei loro ospiti, che facevano il giro rituale d’osterie e conoscenti. E tuttavia ogni cantuccio d’ombra era utilizzato da capannelli di gente posata che si scambiava le notizie del giorno, e da giovani che ardevano di dar principio alle danze e nel frattempo intonavano cori burleschi.
pp. 70-71
C’era li accanto un gruppo d’ex combattenti che rievocano allegramente le avventure della grande Brigata. Quasi tutti piccoli contadini e pastori, mostravano il volto nuovo di una gioventù che con l’unione si sottraeva allo squallore della solitudine secolare.
p. 71
Ma a un certo punto zio Lampugnano – un vecchio Corso – gridò con la sua inimitabile mischianza lessicale: “o lu babbu mannu, legati li pantaloni si lu vuoi chiappari”.
pp. 72-73
Sospingendo il suo mal congegnato trabiccolo, fra slittamenti e bordate, faceva il suo ingresso nella piazza Saturnino Bonagente. Era più ubriaco del solito, ma riuscì bene o male a raggiungere la facciata della casa comunale, infisse qualche chiodo nel muro e vi appiccò due o tra orologi grossi come cipolle, poi trasse dal sacco alcune spropositate coltella e si mise ad arrotarle d’impegno…. Alto, legnoso ma accesissimo in volto, di pel rosso che malgrado l’età si difendeva dalla canizie, con occhietti sfuggenti e maligni, Saturnino aveva un aspetto inquietante. Orologiaio ed arrotino a tempo perso, era circondato da un alone di pessima fama, quale uomo non di sfide ma di agguati. Dicevano che avesse sulla coscienza più di una pelle di cristiano, e che a lui ancora si rivolgesse chiunque cercasse un sicario.