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arte aspirazioni colori contatti con altri paesi costumi emigrazione flora e fauna gente geografia giornalismo istruzione italia ed europa leggende limiti lingua modi di dire nazioni extraeuropee religiosità riferimenti letterari storia

Costumi

Cagliari, Tipografia del Corriere di Sardegna, 1875

Elodia e la repubblica sassarese. Romanzo storico

Marcello Cossu

pp. 12-13
Inallora Salvenero era stupendo a vedere. La giornata aveva seguito a farsi sempre più splendida; il sole percorreva fulgido e raggiante l'ampia distesa del firmamanto; il sobborgo sembrava un gran padiglione di luce vagamente intersecato da cupe ombre d'alberi e da vivacissimi colori. Vedevi le case addobbate con molta cura, e dai balconi di esse, svolazzare drappi e festoni di gran valore. Le vie sparse di fiori e di mirti, ondeggiare dal frenetico brulichio dei terrazzani. Sullo spianato della chiesa disposto in semicerchio, si spiegava uno stuolo di trabacche, di panche e di panconi, che non terminavano più. Qui erano accovacciati alla rinfusa i mercadanti e i rivendugli d'ogni genere di cose. Quà i Milesi che vendevano i loro frutti dorati  e la classica varnaccia - i Bosani, la loro peloponnesa malvagia; qui, cerusici con medicinali confezioni efficacissime a qualunque malanno; colà, un giullare, costà un saltibanco che fanno strabiliare la gente co' melodiosi preludi del liuto – col canto d'una patetica romanza, o con mille spiritosità di buffonate.

colori, costumi, flora e fauna, geografia, lingua

pp. 13-14
Era il ballo tondo- ballo logudorese [...] Prima che le danze s'incominciano, quattro uomini detti cantori, s'aggruppano e formano l'accordo. Uno di essi, ora con voce flebile e pietosa, or fioca e sonora, scioglie un canto di sarda canzone, che gli altri tre ripetono direi quasi ad eco ma con più vemenza e calore, e con certe pause e cadenze, le quali servono a segnare i passi dei  ballerini. Inallora si dà principio alla danza. Primi ad aprire il ballo sono gli uomini; essi si porgono le mani descrivendo un largo cerchio e così a sgambettare alacremente che è un piacere a vederli. Tosto vengono le donne, le quali si fanno avanti a schiere poi s'intrecciano fra quegli uomini che vanno loro a sangue... Nel ballare si è solito formare certe tortuosità, certi giri rovesci che imprimono al ballo un carattere suo proprio molto singolare. - Questo ballo ha grande attinenza col ballonchio praticato nei confronti nei contadi del continente.Trattandoisi di balli - non è un bene passare sotto silenzio quello del Campidano, il quale per vero dire resta più garbato e gentile del nostro. Esso si suona con la sarda zampogna (is leoneddas). Un uomo vestito di mastrucca siede su d'un poggetto tenendo in bocca certi arnesi di canna diversa grandezza fatti a mo' di piffero, da cui soffiando forte e continuo fa sortire un suono dolce, armonioso, consentaneo. A questo, ogni uomo invitata la sua donna si pone a ballare in coppia con lei - ed ora separandosi, ora riunendosi a vicenda, eseguiscono insieme un infinità di carole graziose e assai svelte.

costumi, geografia, lingua

pp. 14-15
L'illustre scrittore La Marmora parlando de'nostri balli, così s'esprime nel suo Itinerario: << A queste danze prendono sovente parte gli  uomini e le donne, anche al di là d'una cinquantena d'anni. Bisogna però dire che il ballo pubblico se non esprime l'agiatezza e la poca cura delle persone che vi si dedicano non è meno un testimonio dei loro costumi semplici e dolci; specialmente allorchè si fa come suole quasi in tutta l'Isola, con decenza e con modo fermo e costante da far stare meravigliati i foresti che in quell'esercizio vedono il carattere degli abitanti. 

arte, costumi, giornalismo, riferimenti letterari, storia

pp. 15-16
Adesso ci ferisce l'orecchio il tumulto di voci alte e fioche e suon di man con elle. E' un'onda di popolo intenta a dar la baia ad un vecchio baccante, il quale come che si sentisse brillo anzi cotto dal molto vino bevuto e si vedesse ognora più barellare, non finiva mai di cioncare da un fiasco che gli pendea dal collo e che aveva sempre in mani. Intanto gli gridava uno – Toh ti sei proprio conciato per la festa....! In mia fe', mi sembri un otre con gambe... - E un altro: - Trinca trinca, cionco mio, v'è pur quel proverbio che dice: << Quando la barba fa bianchino Lascia la donna e tienti al vino >> e rideva sgangheratamente - Il vino è la poppa dei vecchi! - saltava un terzo - E sì che costui la conosce appieno la sentenza.... - Ma; - eslamava un quarto ghignando: - a chi non piace il vino, Dio gli tolga l'acqua.... Bevi bevi il vino e lascia andare l'acqua al molino.

costumi, lingua, modi di dire

p. 20
Al ricco abbigliamento ed al signorile aspetto dei benvenuti si comprendeva  di leggieri quanto essi fossero Anziani o Maggiori, siccome allora si chiamavano le persone spettabili del paese. Costoro infatti che qui per primo compariscono sulle nostre scene e che poi faranno parte integrale del racconto erano i signori più ragguardevoli della Comune di Sassari.

costumi, geografia, lingua, storia

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