Costumi
Cagliari, Tipografia del Corriere di Sardegna, 1875
Elodia e la repubblica sassarese. Romanzo storico
Marcello Cossu
p. 109
I due giovani amanti si scambiarono gli anelli e, con soddisfazione di tutti, furono subito fidanzati. E tuttavia lo erano all'epoca del nostro racconto – noto essendo quel sardo costume di tirar molto alle lunghe nella celebrazione delle nozze.
p. 135
A proposito, - osservava l'altro con un fare scherzoso e con sorriso sulle labbra, che non gli avrebbe invidiato il coccodrillo - dicono chi il cuore delle donne sia tenero dolce e altre storie lì... ma sapete che la sbagliano di pianta...? Vi giuro per tutti i diavoli della Tregenda.
pp. 147-148
Nè in me il buon padre praticava quel rigido costume adoperato dai Musulmani verso le loro donne nel tenerle cioè severamente custodite negli harem; tutt'altro, egli anzi mi concedeva molta libertà e mi permetteva di seguirlo nei suoi lunghi viaggi. Con lui visitai remote contrade - popoli diversi, e vidi svariati costumi e appresi un mondo di cognizioni. Una volta passando per l'Africa ci fu data occasione di fermare all'Etiopia ove il figlio dell'Emira avendomi veduta fu preso d'amore per me. Egli era un bel moro sui vent'anni, d'alta statura e di robuste membra; i suoi lineamenti erano graziosissimi, la sua fisonomia nera si, ma molto grata. Aveva i capelli maravigliosamente ricciuti, le labbra tumide e di corallo, i denti a filze di perle; gli occhi gli lampeggiavano più d'un berillo. << Le sue attrattive erano poi poste vagamente in mostra del simpatico costume che indossava; aveva al petto un giustacuore scarlato, alle gambe, candidi calzoni, ai piedi rosei calzaretti e in capo un vasto turbante attorcigliato. Col pugnaletto ritorto al fianco, con delle catenine d'oro schietto e gemme che gli brillavano da tutta la persona.
pp. 156-157
Il mio corpo fu addobbato da una lunga veste moresca di sciamito color turchino tempestato a stelle d'oro – da un corpetto di finissimo scarlato e da un ricco cinto col pugnaletto ritorto e gemmato.
p. 163
Nel mezzo vi era una lunga panca massicia con due aurei doppieri accesi - alcuni seggioloni a braccioli intorno a un gran camino nella cui cappa campeggiava l'arma della famiglia – un leone gradiente.