Marcello Cossu
Cagliari, Tipografia del Corriere di Sardegna, 1875
Elodia e la repubblica sassarese. Romanzo storico
Marcello Cossu
pp. 7-8
Era il Signore del contado che discendeva dal suo castello posto a cavalieri d'un dirupo lassù, in quel monte selvaggio. Egli veniva con un corteo di cavalieri corazzati; i quali li stavano in giro rispettosi, obbedienti e pronti, a suo cenno, d'eseguire qualunque comando per tristo che fosse. - Egli spiccava sovra ogn'altro per lo splendore delle sue armi, pel ricco suo criniero e per la pomposa gualdrappa a liste d'argento con lo stema, in oro, dalla famiglia, che bardava magnificamente il suo destriero.
p. 7
Da un angolo remoto della campagna si era levato improvvisamente una nube di polvere, la quale sperdendosi tutt'intorno, avea lasciato vedere nel mezzo, un vivo luccicare di spade e di morioni e di brunite armature. - Già si udiva un confuso scalpitio di cavalli mossi a gran carriera, e alcunche d'aspro e di formidabile, che si avvicinava visibilmente alla comun meta, con terrore manifesto di tutti gli spettatori.
p. 8
Infrangeva crudelmente i più sagrosanti diritti che natura abbia concesso all'uomo - considerava i suoi vassalli come vili strumenti della gleba, a cui, senza posa, dovevano attendere per solo suo bene. Alla sua comparsa si confondeva ogni pudica fanciulla, fuggiva tremante e si raccoglieva sul vicino boschetto, simile a tortorella insidiata dallo sparviero... A lui infelice vassallo, se mai nel giardino d'amore avesse colto una primaticcia rosa, sollecito la presenta; perchè egli per primo ne assorba tutto il verginal profumo!... Inallora correvano que' tempi barbari del Feudalesimo; i tempi degli orribili delitti, delle scellerataggini e delle più atroci vendette! Que' secoli nei quali agiva incontrastata l'iniquità del potere – ove riputavasi legge il talento; virtù, la forza brutale dell'individuo!
pp. 8-9
E la Sardegna, questa terra mai sempre contrariata da nemica stella, doveva pur essa una volta, abbassare il capo a si iniquo governo. Essa, venuta in potere delle due Repubbliche di Genova e di Pisa, che l'avevano conquistata, cacciandone definitivamente i mori, era stata suddivisa in quattro Giudìcati, a capo dei quali stavano dei Regoli o Giudici, che a nome di quelle, v'amministravano la giustizia, e con ogni empietà, v'esercitavano il vassallaggio.
p. 9
Del resto si consoli che ove mi cada in acconcio, non sarò mai avaro di lenimento alla sua fantasia per somma mia ventura impressionata. - E il fasto luminoso di quel popolo che nel comune servaggio, seppe scuotere il giogo della tirannide e crearsi indipendente, compenserà appieno all'infortunio della vittima sagrificatavi.