Marcello Cossu
Cagliari, Tipografia del Corriere di Sardegna, 1875
Elodia e la repubblica sassarese. Romanzo storico
Marcello Cossu
p. 22
La cavalcata sassarese aveva traversato per lungo tutto lo spianato della festa e poi prese a camminare sulla strada che menava al vicino villaggio di Ploaghe - un cavaliere colla celata sul viso la seguiva da lontano.
p. 24
La natura ammantavasi popo a poco d'una luce cinerea che le dava un assai ferale aspetto.
pp. 25-26
Per la campagna si odono i buoi a muggire, i cavalli a nitrire, i corvi a gracchiare, e un susurro di voci d'animali impauriti che si cacciavano ne' loro covacci. Ma non basta – il sole ormai vedersi tutto nero, sembra una palla di bronzo sospesa nell'aria senza luce ne calore; il cielo è foschissimo come notte tempestosa; vi vede qualche stella che manda un bagliore sanguigno e rende più terribile la scena; la terra è immersa in profonda oscurità, un penoso incubo gravita su tutti gli animi, avresti detto fosse il finimondo e che or ora incominciasse lo sfrascelo universale. Succedeva un ecclisse. A que' tempi d'ignoranza epperò di superstizione, gli ecclissi, le comete e tutti i fenomeni della natura, venivano considerati come furieri di calamità.
pp. 26-27
Che, come sapete, Donno Michele Zanche oltrechè arrivò al potere proprio con sue frodi e raggiri, il dominio del Logudoro è caduto in pieno diritto a Santa Madre Chiesa - così essendo stata espressa volontà di Adelasia e di Ubaldo Visconti coniugi e Giudici antecessori allo Zanche.
pp. 26-27
Per certo, cari fratelli, il cielo ne minaccia di qualche sventura! - Dev'essere che i Mori, ripresa lena, tornino a infestare con le loro feroci orde i nostri lidi, le nostre terre – osservava un secondo – E che sia fatal destino che questa povera Isola ricada in potere dei barbari! - La grande sciagura! - saltava un terzo – Se ciò avvenisse per noi anzi sarebbe soomma fortuna; chè i Mori ne libererebbero da una volta da questi crudeli feudatari che ne soggiogano con non mai udita tirannide. Imperocchè se i Mori son barbari e feroci, non son però cos' scellerati come costoro – e aggiungete che questi nemici nostri son Cristiani!!! [...] E chi sa anche non sia la peste che venga a farci delle solite visite! Poveri noi, quanti villaggi, quante terre non verranno distrutte da questa snaturata divoratrice!