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Marcello Cossu

Marcello Cossu

Cagliari, Tipografia del Corriere di Sardegna, 1875

Elodia e la repubblica sassarese. Romanzo storico

Marcello Cossu

pp. 17-18
Non lo sapete? Egli è il nostro crudele Feudatario, il Bastardo del nostro messer Giudice Donno Michele Zanche....! - avevano risposto mille altre - Che il demonio quanto prima chiami entrambi alla sua gloria! - avevano cessato tutti nel dire. Effettivamente sullo sbocco della strada che menava a Salvenero compariva in quel punto una magnifica cavalcata di gentiluomini armati fino alla gola. In mezzo faceva feroce comparsa un brutto giovine sui venticinque anni di color terreo, d'occhi infossati e bigi, d'un burbero aspetto, altiero, superbo. - Egli era il Bastardo. Egli era colui che aveva apportato il turbamento negli animi, che si aveva attirato l'universale indegnazione. - Egli doveva essere un gran triste uomo. La cavalcata si approssimava sempre più allo spianato quando a un cenno del capo, dato di speroni ai cavalli, investì furiosamente la calca dei festeggianti, distribuendo alla cieca colpi di calci e di alabarde.

colori, flora e fauna, gente, geografia, lingua, modi di dire, storia

pp. 18-19
Malann'abbi! - gridò un popolano che era stato atterrato e mezzo pesto dall'impeto – Malann'abbi, marrano scellerato!.... Va, me la pagherai... - Zitto per Dio, Valentino, - borbottava un'altro riprendendolo – non sai tu quanto possano quei crudeli tiranni? - Eh! Si, lo so lo so – ripigliava il primo – e pur troppo! Ma finchè noi staremo sotto la frusta di questi manigoldi saremo sempre macerati a questo modo. - Vorrei sentire un po' che potremo noi fare per non esserlo? - prorompeva un terzo a cui era toccata una forte botta sul naso. - O che! Non avete voi due braccia, due mani ed un coltello? Non sapete che anche gli scellerati son di carne e d'ossa al paro di voi? Chi v'impedisce dal non farne un compiuto massacro? - Ah, voi li temete n'è vero, avete paura de' loro ceffi torti......! O, vedrete se io li temerò, se me la pagherà colui – per San Gavino! Sentite, e qui il popolano si toglieva rispettosamente il berretto – per San Gavino, colui me la pagherà ben cara – e non più tardi di questo giorno istesso! - La cavalcata irrompente continuava a sbaragliare la folla allorchè il Bastardo colpito dalla vaghissima vista d'un oggetto, raffrenò lo scalpitante destriero.

aspirazioni, flora e fauna, lingua, modi di dire, religiosità

p. 19
A noi venia la creatura bella.

riferimenti letterari

p. 19
Poi volgendosi a un fido che gli stava al fianco e che era un vigoroso Etiopo, accennandogli l'oggetto della sua attenzione gli fece a mezza voce: - Moro, vedi tu quella fanciulla? - ella è pur bella! - Pel Profeta se è bella! - esclamava il moro spalancando i suoi occhi di cocco - E' una delle Urridi di Allà, colei!

contatti con altri paesi, flora e fauna, lingua, modi di dire, religiosità

p. 20
Al ricco abbigliamento ed al signorile aspetto dei benvenuti si comprendeva  di leggieri quanto essi fossero Anziani o Maggiori, siccome allora si chiamavano le persone spettabili del paese. Costoro infatti che qui per primo compariscono sulle nostre scene e che poi faranno parte integrale del racconto erano i signori più ragguardevoli della Comune di Sassari.

costumi, geografia, lingua, storia

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