Giovanni Battista Tuveri
Cagliari, Tipografia Nazionale
Del diritto dell'uomo alla distruzione dei cattivi governi
Giovanni Battista Tuveri
p. 260
Vediamo ora la risposta che il detto Cardinale Arcivescovo, e il Vescovo di Anversa fecero al Papa in nome del Clero belgio.
p. 261
Noi non eravamo ancora comparsi fra i nostri concittadini, allorché la nazione trionfante, avendo dichiarato Giuseppe II decaduto dalla sua podestà, ed avendo la medesima stabilito una nuova forma di governo, ci chiamò ad un altro giuramento.
p. 263
Quando i Corsi si rivoltarono contro Genova, insorse in certuni il dubbio, se potesse essere lecito il rivoltarsi contro il Sovrano. Radunatisi per tanto i migliori teologi dell’Isola, ed esaminata la questione giusta i principii della morale cattolica, dichiararono essere lecito ai sudditi il sollevarsi contro un governo oppressore.
p. 281
Dove poi non v’era una legge espressa, l’uccisione del tiranno, come ben riflette lo stesso Montesquieu, era autorizzata da un cotal dritto delle genti, da un’opinione invalsa in tutte le repubbliche greche e italiane che faceva riguardare come un uomo virtuoso l’uccisione di chi avea usurpato il potere sovrano.
p. 285
Vincenzo Patuzzi, Domenico Soto, Gabriele Antoine ed altri teologi, supposto il caso, che l’aggredito sia un uomo da nulla, e l’aggressore un principe o qualche altro personaggio di grande importanza, pretendono che sia illecito il difendersi colla morte dell’aggressore.