Riferimenti letterari
Lanusei, Tipografia Sociale, 1885
Ritedda di Baricau
Marcello Cossu
p. 78
Va in le valli de' tristi roveti, Su pe' greppi ove salta il camoscio, Giù per balze ingombrate d'abeti Che la frana da' gioghi rapi.
pp. 84-85
Pertanto Bernardo e Vissenteddu avevano percorso tutta la larga e profonda vallata di Gairo, fiancheggiata a destra ed a sinistra da monti, che formano una costa verticale lunga più miglia. Al basso di questa spaventevole costa sono fabbricati differenti villaggi, prima quello di Osini e di Ulassai, poi quello di Gairo, e più lontano, quello d'Ierzu. Quando uno passa nei primi due di questi villaggi (dice La - Marmora) rimane spaventato dall'azzardo con cui i primi abitatori si piantarono a piedi di massi tagliati a picco che dominano questi luoghi, dove si trovano sparsi immensi massi di roccie già distaccate da tempo dalla rocca calcarea, attorno dei quali le persone hanno fabbricato le loro case, senza inquietarsi che dei nuovi massi simili a quelli cui hanno appoggiato le case, possano distaccarsi e vengano un dì a schiacciarli. In questa parte, gli abitanti di questi villaggi si rassomigliano a quelli delle falde del Vesuvio, senza prendersi troppo pensiero di questa specie di spada di Damocle continuamente sospesa sopra le loro teste. Tra questi due villaggi vicini, ma più in vicinanza a quello di Osini, si trova un passaggio conosciuto sotto il nome di Scala o Gola di San Giorgio, per il quale si ha la comunicazione più diretta con quei più lontani villaggi di Ussassai, di Seui e di Esterzili.
pp. 87-88
Usciti da quella selva, che con Dante bensi poteva chiamare selvaggia, aspra e forte, Bernardo prese a battere un sentiero che saliva, saliva per dirupi e poggi; e non si arrestò che alle falde d'un cospicuo monte, presso una chiesuola. Era dessa la chiesa di San Girolamo sita alle falde del monte di Arqueri.
p. 91
Noi stiamo in alpe presso ad un boschetto; Povera capannetta è il nostro sito; Col padre e con la madre, in picciol tetto Torniam la sera del prato fiorito, Dove natura ci ha sempre nodrito, Guardando il dì le nostre pecorelle.
FRANCO SACCHETTI
p. 100
Questa vita terrena è quasi un prato, Che 'l serpente traì i fiori e l'erba giace; E s'alcuna sua vista a gli occhi piace, E' per lassar pià l'animo invescato.
PETRARCA