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Religiosità

Cagliari, Tipografia del Corriere di Sardegna, 1875

Violetta del Goceano. Romanzo contemporaneo

Marcello Cossu

p. 51
Farai anche la bella conoscenza del nostro Rettore; egli è il mio padrino da battesimo – un giovialone di prete -  un buontempone numer' uno! Poi quella del vice Curato; conoscenza però che a te verrà non molto grata... Il nostro vice Curato è uno di quei preti fattisi ricchi dal mestiere.. arrogi, è un avaraccio senza pari, il quale vive a stecchetto!

lingua, religiosità

p. 55
Inallora ascoltate: Dicesi, che sotto quelle macerie, in una sala a cui si va per sotterraneo, e il cui accesso è ignoto a tutti, stia un vecchio grinzoso, inchiodato su d'un seggiolone a bracciuli a leggere costantemente su un libraccio nero nero, e con un paio di occhialacci inforcati sul naso! - Notate anche questa circostanza...>> << Scommetto che a quest'ora il bravo vecchio ci ha dei secoli sulla gobba, e che poco per volta andrà a raggiungere l'età di Matusalemme, se pure non la sorpasserà.

colori, leggende, modi di dire, religiosità

pp. 56-57
Narrasi infatti che vi sia sceso un fortunato pastore, al quale un giorno, gironzolando col suo gregge in quei pressi, sia apparso un giovinetto vestito di candidi vestimenti, dal viso splendente, raggiante come quello d'un angelo; - era veramente un angelo – e che dopo avergli parlato di volerlo far ricco, lo esortasse a tenergli dietro. Il pastore non si fece punto pregare e venne con lui, il quale lo menò fin sul culmine del dirupo, ove per via d'incantesimi sollevò un gran masso che chiudeva l'adito al sotterraneo, e in cui entrambi entrarono. Fatto l'oscuro androne, il giovinetto, o meglio l'angelo e il pastore riuscirono nella sala di cui si è detto, e ivi sostarono. Allora il pastorello tutto tremante guardò ove si fosse, e vide quel vecchio seduto a leggere sul libraccio nero, nella positura che lo descrivono, e di più, vide agli angoli della sala, monti di monete d'oro, d'argento e di rame, così luccicanti, che sembravano uscite poco prima dalla zecca. Pertanto l'angelo diè piglio ad una bisaccia, cui il pastorello aveva posto mente tor seco, e la colmò d'ogni serie di quelle monete; quindi la caricò addosso al povero uomo, stordito per la meraviglia e lo mandò pei fatti suoi in quello stesso sotterraneo ond'erano entrati. Si aggiunge che nel congedarlo, l'angelo raccomandasse forte al pastore di non dir verbo a chi che sia di questa sua avventura; ma che il pastore, non che tener per sacro il comandamento, abbia subito propalato l'accaduto, anzi abbia incitato alcuni suoi parenti ed amici a tentare l'impresa fortunosa di scendere nella sala del tesoro, esibendosi egli stesso per scorta. Fatto stette, giunti sul luogo, per quanto frugassero da per tutto, mai poterono scoprire l'accesso al sotterraneo - e bisogno deporne l'idea col crepacuore del disinganno. Il pastorello poi non stette molto, pagò ben cara la pena della sua disobbedienza; assalito da una grande enfiagione a tutto il corpo, morì in pochi giorni fra i più fieri dolori.

colori, costumi, flora e fauna, geografia, leggende, lingua, religiosità

p. 58
Giornata quinta; - Ognisanto. - Questa festa ne sarà giocoforza passarla al villaggio, seguì Riccardo >> però voglio, sperare, non ti riescirà a noia. Se fa bel tempo, in quel giorno si daranno i balli pubblici a cui concorreranno frotte di contadini e contadine azzimati dei loro abiti festivi per ballare allegramente, con quella incomparabile leggiadria. Sulla sera poi – la sera dei morti – ne sarà pietoso dovere far visita al camposanto, ove vedrai le nostre vedovelle vestite a corrotto, squallide, scarmigliate innalzare un gran lamento sulle sepolture dei loro defunti consorti.

costumi, religiosità

p. 65
Infatti la signora Francesca doveva esser stata una gran bella donna; ora la era quella buona mamma che vive dell'amore dei suoi figli; quella pia vedovetta rassegnata cristianamente al suo stato, e che passa la povera vita a sbrigare le domestiche faccende e a biascicare rosari.

religiosità

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