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arte aspirazioni colori contatti con altri paesi costumi emigrazione flora e fauna gente geografia giornalismo istruzione italia ed europa leggende limiti lingua modi di dire nazioni extraeuropee religiosità riferimenti letterari storia

Religiosità

La bella di Osilo

Marcello Cossu

p. 45
Poi volgendosi a un fido che gli stava al fianco, e che era un vigoroso Etiopo, accennandogli l'oggetto della sua attenzione gli fece a mezza voce: - Moro, vedi tu quella fanciulla? - Pel Profeta, se è bella! - esclamava il moro spalancando i suoi occhi di cocco. - E' una delle Uri d'Allà, colei!

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p. 46
Le campane di Salvenero pertanto aveano ripresa lena. Ora si segnavano i rintocchi delle cerimonie. Entro chiesa, sull'altare maggior e, si stava apparecchiando un sontuoso faldistorio a frange d'oro, tempestato a borchie - ed un altro fuori dalla sagra presso alla Porta Santa, la quale era una porticina praticata nella parete della stessa sagra - in quest'ultimo sarebbesi seduto l'Abbate prima di eseguirsi la solenne apertura. La chiesa era addobbata da larghi drapelloni rabescati – gli ori e gli argenti vi erano a profusione – i ceri, innumerabili. - Un raggio di sole penetrando nella rotonda invetriata, illuminava fantasticamente la maggior parte della navata. Quivi, in mezzo ad aurei candelabri disposti in bell'ordine, e ad una moltitudine di popolo infervorato nella preghiera, s'ergeva il simulacro del glorioso Santo. All'ora stabilita si celebrò la messa con tutta pompa, fra un concento di coristi e di monaci - indi si fece la solita processione in giro al sobborgo col simulacro del Santo: mancava solo l'apertura della Porta Santa. Finalmente l'Abbate del monistero, rivestito di abili sacerdotali, si dispone d'intraprendere l'ambita cerimonia. Egli compare sulla soglia della sagra: venerando è il suo aspetto, maestoso il suo sguardo; la sua fronte è rugata per la tarda etò - i suoi bianchi capelli sono cinti da una mitra di fino zendado a diamanti. Egli si appoggia con gravità pastorale al baccolo d'argento; lo segue un corteggio di monaci e di maggiori, portanti croci e bandiere a vari colori - e contegnosi e pronti ai suoi ordini. L' Abbate volge i passi alla Porta Santa -  tutto il popolo gli tien dietro con indescrivibile ansietà. - Egli vi giunge e si siede sul faldistorio. Tre dei più rispettabili anziani si presentano allora a lui, e uno di essi gli porge un martello; egli lo riceve con austero cipiglio e si avvicina alla misteriosa porta vi batte tre colpi misurati, ed ecco il sospirato varco aprirsi -  la porta cigolando sui cardini si spalanca e un onda di popolo vi prorompe intuonando l'inno di ringraziamento a Dio. La solenne cerimonia era qui finita. Quella porta si lasciava aperta per lo spazio di un mese – quando si racchiudeva – vi era concessione d'Indulgenza Plenaria per tutti coloro che l'avevano varcata.

arte, colori, costumi, lingua, religiosità

p. 68
Allà e il mio Profeta sallo se io bramo più vivere a questo mondo.

lingua, religiosità

p. 83
Locusta, la Maliarda di Salvenero aveva fatalmente indovinato!

flora e fauna, geografia, modi di dire, religiosità

p. 129
L'esasperato spirito vagolò prima in un pelago scuro scuro, ingombro di fantasmi e di esseri informi – poi corse, corse come sfrenato destriero finchè si fermò e stette. - Allora Lupo sognava. Gli sembrava di essere in un campo fiorito, e veder là Una Donna soletta che si gia Cantando ed iscegliando fior da fiore Ond'era pinta tutta la sua via. Egli la guardava ansioso e invano tentava ritrarre gli occhi da lei.... Cheto cheto se le appressa..... le sta vicino.... le stende la mano.... Se non che la fanciulla avvertita, fugge come farfalletta... Egli le tien dietro ansante... e colei vola.... ed egli  spinto da focosa brama le corse dietro.... L'incalza.... la raggiunge.... già l'ha presa.... Allorchè alto odesi un rimbombo... sotto i suoi piedi si spalanca la terra, da cui fra vortici di fumo e di fiamme sale uno spettro insanguinato... Questi lo ciuffa pei capelli... e in un balcno lo sprofonda in quella bucca. Ormai Lupo si vede in fondo all'abisso.... una fosca luce illuminava il caliginoso luogo. Egli sta coccoloni sulle sponde d'un lago ove vede galleggiare fra le torbide acque, teste, membra e corpi umani fradici... lo spettro gli sta al fianco, il quale fa un magico cenno a quei deformi esseri, a cui si rianimano e saltano fuori.... Lupo trema... quei mostri hanno gli occhi vuoti, le membra gremite di vermi, il petto squarciato, i visceri penzoloni... Essi pigliano di peso il misero e lo tonfano entro quel brago.... Egli s'affanna, si dimena, tenta saltar fuori.... ma non fa che alzare, rimbalzare e cadere... Lupo chiede aiuto - nessuno risponde; chiama la morte - e questa non viene; si cerca ferro - si trova nudo! - Allora esterrefatto mugola una gran bestemmia e si sveglia. Poco a poco si calma, acquista ragione di sè e della causa che lo aveva abbattuto, e di essere stato un sogno.

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