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Geografia

La bella di Osilo

Marcello Cossu

p. 68
Orbene, tornando a bomba, sebbene il ratto della Bella Osilese si affacci pericoloso e difficile, e vi sia mestieri lavorare di spada e stocco.

geografia, lingua

pp. 68-69
Poco stante alla descritta scena si udirono i rintocchi della campana che segnavano l'ora stabilita per il Palio. - Tutti i festeggianti, quasi tocchi dall'elettrico, a quel segno si videro sbucare dalle case, dalle strade e accorrere con ansia sullo spianato. - La festa ripigliava lena. Intanto dalla strada maestra del sobborgo venivano sei graziosi corsieri sottili e vispi come capriuoli. Ciascuno di essi era tenuto pel freno dal rispettivo fantino vestito di bianco, col berrettino rosso – ogni corsiero era solo adorno di un collare di brocato, guernito di sonagli. Ai piedi dell'altipiano ove si scorgono le rovine del monistero, evvi un vallone irrigato da un torrente e da molte fontane di freschissime acque. Allora questo vallone offriva un bellissimo aspetto: esso veniva coltivato con assidua cura dai monaci di Vallombrosa come lor feudo – ormai il solo modesto vomere lo solca. In questa località si eseguiva appunto la corsa dei barberi, tradizionale in Sardegna, e senza cui la festa si direbbe senz'alloro. Dopo circa mezz'ora i barberi erano arrivati al sito destinato – i graziosi fantini li inforcarono, e ormai erano tutt'orecchi a udire il segno che si doveva dare da un Anziano. Questi finalmente tolse un corno e vi soffio forte, a cui i fantini gridarono ad una voce: << Uno >> - seguì un secondo suono, e quelli: << Due >> - finalmente un terzo, il quale però fu perduto fra il rimbombo del terreno calpestato dai cavalli, fra un nuvolone di polvere e le grida frenetiche degli aspettatori. [...] Ben diceva io, - esclamavano tanti - che il baio dorato di Ploaghe avrebbe vinto il primo premio - vedetelo, è arrivato già alla meta. - E quì battimani e giubilanti grida. - Il secondo giunge or ora - è il Nero di  Bisarciò. Domine che slanci! Gli viene appresso il Buero di Sassari il Griggio- ferro d'Ampurias vorrebbe raggiungerlo; ma si – aspetta un altro poco che ti farà vedere la coda.... Anche l'Isabella di Sorres aspira ad un premio. - guardala, come si spiega - e l'avrà il suo premio.... ve' ve' quei ragazzacci che si preparono a riceverla come le conviene. - Qui si levò un grido generale di dolore. - Che cosa è stato? - Una grande sciagura! Una grande sciagura! - Il Castano dei monaci deviò la strada e precipitò se, e il fantino da una rupe! [...] che se con ciò si andrebbe infallantemente incontro alla perdita della razza dei barberi, almeno si avrebbe il vantaggio di non venir angustiati gli avventori e si risparmierebbero molte vittime! - Eppoi si sa, la corsa dei barberi è un avanzo di barbari. I nostri alipidi, uno dopo l'altro raggiunsero la meta ed ebbero il rispettivo premo. - Al primo fu donato un drappo di costoso damasco; al secondo altro drappo di brocato ed al terzo, del velluto. Gli altri non si ebbero che parole di conforto.

colori, costumi, flora e fauna, geografia, italia ed europa, lingua, modi di dire

p. 83
Locusta, la Maliarda di Salvenero aveva fatalmente indovinato!

flora e fauna, geografia, modi di dire, religiosità

p. 95
Il Castello d'Osilo fu costrutto dai marchesi Malaspina che lo possedevano nel 1272, dopo la morte di Enzo, o meglio, dopo la caduta del Giudici del Logodoro. Nel 1315, in seguito delle convenzioni che passarono tra i Marchesi ed i Re d'Aragona, prima che D. Alfonso effettuasse la sua spedizione di Sardegna, confermò loro il possesso di questo Castello, come di fatto n'erano signori nel 1323. Alla pace del 1325 il Re ne donò di nuovo l'investitura ai Malaspina che si erano rivoltati contro di lui. Nel 1326 questo Castello fu ceduto al Re in cambio di Azzone Malaspina che si era impadronito di Castel Genovese dove era stato fatto prigioniero. Nel 1328 Giovanni Malaspina lo ricevette di nuovo dal Re col suo borgo e col Monte Figulino. Nel 1329 i Malaspina si rivoltarono di nuovo e furono banditi da Sassari, ma non si sa che avessero perduto il Castello. Nel 1336 questi stessi signori ne fecero un omaggio al Re con tutte le sue dipendenze. Nel 1339 Giovanni, Azzone e Federico Malaspina si divisero l'eredità paterna; i beni della Sardegna ed il Castello d'Osilo toccarono a Giovanni: questo essendo morto nel 1343, dopo aver legato al Re tutto quello che possedeva nell'Isola, i due suoi fratelli fecero opposizione, spedirono dal Continente delle truppe che con viva forza s'impadronirono di questa fortezza. Nel 1352 Federico ed Azzone, essendo rientrati nella buona grazia del Re, questi diede di nuovo loro l'investitura del Castello d'Osilo. - Lupo, il nostro protagonista, aveva eredato questa importante fortezza da suo padre Azzone, la quale possedeva nel 1365, epoca del nostro racconto.

arte, flora e fauna, geografia, italia ed europa, storia

p. 95
Il Castello d'Osilo è situato a cavaliere di un'eminenza, la di cui elevazione oltrepassa i 650 metri sopra il livello del mare. Dalla parte del sud questa sommità presenta un taglio verticale di considerevole altezza, e perciò si rende difficile l'accesso al punto dov'è il Castello. In questa antica fortezza vi sono rimaste tuttora due torri da cui si vede tutto il canale della Corsica, e nei giorni più sereni si distingue non solamente la città di Bonifacio, ma una gran parte dell'Isola.

arte, contatti con altri paesi, geografia

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