Geografia
Lanusei, Tipografia Sociale, 1885
Ritedda di Baricau
Marcello Cossu
pp. 67-68
Erano le cose a questi termini, allorchè per la prima volta venne fatto appello alla nostra Sardegna, di dare anch'essa il suo contingente di figli pel militare servizio. Questo appello, per quanto fosse considerato di grande importanza dalle sagge intelligenze del paese, era giudicato dal volgo come una vera strage che il Governo si permetteva di fare dei giovani. La maggior parte delle famiglie vi rispose perciò malvolentieri; e da un capo all'altro dell'Isola, si estese un gran grido di dolore.
pp. 68-69
E più che altrove si fecero strazianti le grida fra le selvose ville dell'Ogliastra e della Barbagia dove, un popolo quasi nomade solea passar la vta, traendo il gregge per gli ubertosi pascoli, cantando amorose egloghe, aspirando a pieni polmoni il salubre aere dei suoi monti e rifocillandosi di miele e di latte generoso. In quei paesi, non era ancor intesa abbastanza la nuova era poco prima proclamata del Re Carlo Alberto. Era un popolo debellato dalle passate guerre contro la sua indipendenza: un popolo reso domo come gli armenti che guidava, dal feroce giogo feudale;..... ma aveva cari i suoi monti, le sue mandrie, la sue capanne; e di assai malavoglia sarebbesi assuefatto distaccarsi da loro, andare in estraneo paese e vivere nel chiuso aere di un quartiere.
p. 77
Questi, rientrato in casa di zio Vissenteddu, poco dopo montava a cavallo e partiva alla volta di Cagliari, per incominciare il suo militare servizio.
p. 78
Oh! Meglio d'un razzo che vola per aria, o di quattro cocchi che girano, o di due cavalli impauriti che fuggono; Oh! Meglio d'assai lo spettacolo aperto della natura; oh! Meglio assai d'una moltitudine oziosa, il vasto teatro delle montagne coronate di boschi, il rumore dei torrenti che precipitano a valle, il canto solitario del mandriano, che guidando l'armento, sé stesso ascolta; oh! Meglio i prati, le selve, il cielo e le mille feste della sempre varia natura!
p. 78
Va in le valli de' tristi roveti, Su pe' greppi ove salta il camoscio, Giù per balze ingombrate d'abeti Che la frana da' gioghi rapi.