Giuseppe Manno
Cagliari, Centro di Studi Filologici Sardi/Cuec, 2003
Note sarde e ricordi
Giuseppe Manno
pp. 136-137
Il Consiglio di Sardegna sedente in Torino, il quale quelle due prerogative di prontezza e di ponderazione nel trattare gli affari dello Stato possedette sempre in grado eminente, ebbe il suo incominciamento nel Consiglio supremo di Aragona; quando, a petizione delle Corti Sarde, si aggiunse in esso un Magistrato nativo di Sardegna, il quale, sedendo cogli altri così detti Reggenti, rappresentanti i numerosi reami della Corona di Castiglia, potesse far valere nella promulgazione delle leggi, e nei provvedimenti riguardanti l’Isola nostra, l’esperienza e la carità patria di un nazionale.
pp. 137-138
Il primo a sedere in tal seggio onorato fu quel Don Francesco Vico, che illustrò il suo nome fra noi col riordinamento delle antiche nostre prammatiche, e col dotto commercio ad esse accomodato...
p. 138
Avendo quindi la nazione offerto di assoggettarsi a novella imposta di alcuni dritti gabellari, onde comporre un altro stipendio, e così ottenere aggiunto al Reggente appellato di toga un altro chiamato secondo le consuetudini spagnuole Reggente di cappa e spada, ebbivi durante questa signoria e di breve dominio austriaco due Reggenti contemporanei.
p. 138
Reggente primiero di quest’ultimo titolo fu il Marchese di Laconi. Nel succeduto Governo imperiale occupò l’officio non togato il Marchese di Villasor, partigiano accalorato delle parti imperiali nella guerra di successione&helli
pp. 139-140
Gli ultimi due Reggenti, che precedettero i disastri della Monarchia sabauda nel continente, cioè Don Pietro Sanna Lecca e Don Francesco Pes lasciarono memoria particolare della loro operosità, conducendo il primo a quasi maturità, compiendo l’altro, l’utile compilazione delle leggi promulgatesi nell’Isola durante la signoria italiana, col titolo di Editti e Pregoni...