Modi di dire
La bella di Osilo
Marcello Cossu
p. 203
Stella sembrava una rosa sbocciata lì lì per abbassare il calice a rendere all'avara natura le belle foglie che le donava per poco.
Lanusei, Tipografia Sociale, 1885
Ritedda di Baricau
Marcello Cossu
p. 8
La loro voce somiglia al carezzevole cinguettio delle rondinelle.
p. 13
Volto dalla tinta bruna pallida, grandi occhi nerissimi, velati da lunghe palpebre, corpo flessuoso di forme elette, labbra rosse e semi aperte, che lasciano vedere due fila di denti più preziosi delle perle più pure, capelli neri, come l'ala d'un corvo, che contornano la fronte e son raccolti in vaghe treccie sul capo.
p. 14
Ritedda solea vestire una sottana di fine lana a pieguzze, che le ricadeva lungo i torniti fianchi; un giubbetto ricamato a fiori e fettucce d'oro, stretto alla vita e aperto sul petto, che faceva risaltare l'esuberanza dal suo seno, ed in testa, l'ellenico peplo d'un bello scarlato, con intorno un listello azzurro, assicurato da una catenina di eletto metallo, che le dava la sembianza di una graziosa Briseide.
p. 20
Il dilettoso esercizio del ballo torna di mezzo agli sguardi procaci, ai teneri sorrisi ed a qualche stretta di mano, che sono, per così dire, il prodromo della passione d'amore; non è adunque a meravigliarsi, se nelle ricorrenze delle feste, compatte schiere di giovani intrecciano le danze, fosse pure allo accordo di quattro voci disaggradevoli, o al suono d'un organetto, e più spesso a quello delle pastorali launeddas. Il fatto è, in quella sera, la balda gioventù aveva la frenesia addosso, destata da un vecchiotto mastrucato, il quale, tenendo in bocca certi arnesi di canna, soffiandovi forte e senza lena, ne faceva uscire un armonia, che un poeta inedito rassomiglio a Pecchie, quando ronzano nel bugno.