Gente
Cagliari, Tipografia del Corriere di Sardegna, 1875
Violetta del Goceano. Romanzo contemporaneo
Marcello Cossu
pp. 40-41
Ci fece il conto in comune e Riccardo pagò tutto; che l'ospite sardo non deve mai entrare nel fare del paese.
pp. 50-51
Ti farò conoscere – dio Bacco volendo – il Negromante che ci ha giurata guerra, e ci contende il terreno palmo a palmo... >> << Bello, questo, poetico!... Sarà un prete, sfido? >> << Appunto un prete! - Un diavolaccio di zio della ragazza che si ha fitto in capo, non lasciarle prender marito finchè non creppi lui prima... Immagina che crudeltà! - Ma lo scellerato ha le sue sante ragioni; chè è tutore della ragazza, e ne amministra la pingue dote come robba sua.. >> << Che anima nera di prete! - E quanti anni fa, la ragazza? >> << Diciott'anni!>> << Cannoni! - però la cosa è seria; bisognerà che tu e lei v'accomodiate a basir l'amore ancora per tre anni! - un eternità per due che si amano forte – e fino a che la fanciulla non raggiunga il ventunesimo anno, età della sua emancipazione, voi non potrete sicuro conseguire le vostre brame; chè tanto il prete, che la legge vi si oppongono inesorabilmente! >> << La legge in questo caso tiene del medioevale, del barbaro; avrebbe dovuto por mente a certi scellerati tutori, che per papparsi le sostanze dei loro pupilli, si valgono tirannicamente di quella podestà, che a loro spensieratamente fu accordata.
pp. 60-61
I concetti poi della canzone erano mesti e sublimi. - Una tortorella geme tradita su una rupe, ove l'abbandonò il suo amante! Tu l'avresti, direi udita a gemere del suo infortunio... e narrarti con accenti melanconici la triste storia del suo amore... - Ella avea amato alla follia un ingrato!.... il quale, anziché corrisponderla con pari affetto e costanza, avea avuto il cuore di coprirla d'ignominia e abbandonarla.... Ella ne avea gemuto per lungo, e poiché avea considerato le sevizie della sua sorte, avea compreso esser tardi il pentimento e che pur bisognava riparare la vergogna... Avea lottato lungamente con cuore, e avea vinto! - Un feroce pensiero si era impossessato del suo spirito – il pensiero della vendetta! - Ed ella si era vendicata... Ella avea ucciso di propria mano l'infido amante. [...] Tu riscontravi nella gemente tortorella la sarda amante, che ama sospirosa, perchè abbandonata... e che ama eternamente poiché non pone mai tregua al suo gemito! - Nell'infedele sagrificato all'ingiuria recata, ricordavi l'animoso petto della sarda donna che fa pagar ben cara l'offesa che mai venga fatta al suo onore.
pp. 82-83
Andava pensando che se gli uomini moderni hanno torto nel giudicare dei preti, come d'ogni erba fascio, perniciosi alla società, vera peste del mondo, pur non di meno è indubitato che molti di essi, anzi la maggior parte, facciano direi a pugni cogli obblighi ed esigenze del proprio stato. Infatti quanti di costoro che dovrebbero essere il giusto riflesso della virtù, non s'insozzano di vizi i più turpi, e sono la corrutela dei buoni costumi e lo scandalo della società? - Essi gridano la croce addosso all'avarizia, alla lussuria, all'intemperanza, alla gola, e mentre non sono che il sincero ritratto d'ogni pravità umana.
p. 94
O, in quanto a questo! - sai bene l'ospitalità è ingenita nei Sardi. Noi salutammo tutti quei signori, che al nostro arrivo si levarono, dirigendosi da me per stringermi la mano e darmi la benvenuta, quantunque fosse la prima volta che mi vedessero. Io li scongiurai a non sturbarsi per me e a continuare la partita; essi vi si accomodarono fino al suo termine. Don Giocondo e lo Speziale furono dichiarati perditori e pagarono il vermouth per tutti.