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Siamo sotto Custoza, in quella funesta giornata perduta dagli italiani, la quale formerà nella storia una pagina lugubre e vergognosa! Custoza è un'altra poco discosta da Verona; ivi il valore italiano, per nessuna cautela dei capitani dell'esercito, fu sopraffatto dal nemico; migliaia di uomini furono lanciati là nelle regioni dello sconosciuto – Austriaci e Italiani si batterono con sovrumano valore, formando di sé monti di cadaveri; ma i primi ebbero la vittoria – una sanguinosa vittoria! Quei caduti, amici e nemici dormono là insieme e sia lieve anche agli stranieri, la terra straniera!... Io vi riporterò qui un brano della Relazione fatta dallo Stato Maggiore sul conto della perduta battaglia:[...] Comunque sia, fatto è che al mattino del 24 al comando generale dell'esercito italiano nulla si sapeva della marcia avanti degli austriaci. Pur troppo non lo si sapeva perchè non lo si volle sapere!

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Questo periodo di trascuranza dannosa e di capriccio autoritario rimonta, secondo quanto mi consta, al 1876 – e va fino al 1890: sotto la gestione, cioè, di entrambi i presidenti, or defunti.

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Donde, dunque, questo disordine dell'Ufficio, che in apparenza procedeva regolarmente? - E' subito spiegato: - perché presidenti, amministratori, suore, farmacisti, segretari, tesorieri, ecc. ecc., ciascuno agiva indipendentemente, o quasi. Era una macchina mal piantata; c'era bensì il movimento – ma ciascuna ruota girava sul proprio asse, senza addentellati, senza ingranaggio. E da ciò l'autoritarismo nei capi – il disordine nell'azienda – l'inerzia, l'indisciplina, o l'ubbidienza passiva nella maggior parte del personale dipendente.

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Erano a questo punto le cose, quando il 6 gennaio del 1859 il Reverendo Cav. Antonio Luigi Sequi-Bertolotti fu nominato presidente della Congregazione di Carità, tre anni dopo la morte del suo predecessore, Canonico Pietro Virdis. La Congregazione di Ozieri procedette sempre regolarmente, e le sue deliberazioni son abbastanza ordinate fin dal 1843, anno in cui comincia il più antico registro.

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La nuova donazione di L. 60000 fatta all'Ospedale dalla signora Maria Lucia Sechi, con testamento del 14 Settembre 1859, era venuta a proposito per spingere presidente ed amministratori ad affrettare l'impianto del pio istituto. Con deliberazione del 15 luglio 1861 si erano richiamate le L. 1680 del legato Borgia (già assegnate provvisoriamente all'istruzione pubblica) per poter far fronte alle spese di apertura. Nel 17 maggio 1863 si delibera l'impianto dell'Ospedale, per il quale si hanno le rendite disponibili di L. 7000 circa. Si designa il locale del Convento dei Cappuccini; si deliberano le prime spese; si calcolano le entrate straordinarie e il numero degli ammalati da ammettersi. Si lavora alacremente tutto quell'anno e i tre susseguenti (1864-66). Si delibera di far venire tre Suore di Carità; di acquistare diciotto letti, 12 per ammalati, e 6 per la servitù, ecc. ecc.

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