Lingua
Cagliari, Tipografia del Corriere di Sardegna, 1875
Elodia e la repubblica sassarese. Romanzo storico
Marcello Cossu
p. 65
Che furono poi facile preda di una fazione sorta nel frangente di frati e di pinzocheri aventi a capo l'arcivescovo Ruggieri.
p. 66
Il Giudice turritano, partitosi il suo amico, a detta di Dante, un vasel d'ogni froda, corse ad aprirne una per depositarvi i cento fiorini che or ora aveva ricevuto in prezzo della libertà di Lamberto.
p. 69
Voglio sperare che tracannato questo veleno, la non avrà più desiderio della morte... se tanto costei non si ha in corpo un qualche demonio, che inallora l'affare tornerebbe un po' serio.... e bisognerebbe ricorrere al prete e all'acqua santa, i soli specifici per cacciar via i demonii; ad ogni modo v'è quel proverbio che dice: tentare non nocet.... tentiamo adunque e vedremo!
p. 70
Questa veniva tappezzata da una stoffa gialliccia o per meglio dire: da una stofa frusta e sbiadita dal tempo. Alle quattro pareti stavano affissi i ritratti in legno di tutti i dinasti di Torres – disposti in ordine cronologico; vi era solo un vuoto il quale sarebbe stato occupato dal ritratto di Michele Zanche dietro sua morte, succeduta la quale doveva pur farla finita la dominazione dei Giudici nel Logudoro.
pp. 72-73
Guantino Catoni fu un uomo molto celebre alla sua età; Sassari lo considerava fra i suoi più illustri cittadini vuoi per le immense ricchezze che aveva ereditato, vuoi pel valor militare e vuoi anche per la politica somma negli affari di stato. Il suo padre, uomo animoso e liberale, era stato mai sempre propugnatore del libero vivere – per cui spesse volte fu veduto vestir usbergo, cinger spada e imbracciar scudo. Fu ancor egli uno dei capi rivoltosi di quella famosa sommossa suscitatesi in Sassari verso il 1236 nella quale venne trucidato il giovine ed infelice regolo Barrusone III fratello di Adelasia di Torres di cui già parlammo. [...] Fatto sta in un popolare tumulto Barrusone restò trucidato e Ubaldo Visconti giudice già di Gallura lo divenne anche di Torres. Inallora fu che il Visconti si addimostrò verso Sassari qual mite Signore, accordandole per primo – una carta di franchigie e poi restringendo la sua signoria su di essa ad un annuo tributo che la Comune dovevagli pagare in tante libre d'argento.