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Storia

Cagliari, Tipografia del Corriere di Sardegna, 1875

Elodia e la repubblica sassarese. Romanzo storico

Marcello Cossu

pp. 22-24
Pertanto le campane di Salvenero e della chiesetta avevano ripresa lena. Ora si segnavano i rintocchi delle diverse cerimonie da farsi. Dentro la chiesa sull'altare maggiore, si stava apparecchiando un sontuoso faldistorio a frange d'oro tempestato a borchie ed un altro fuori dalla chiesa e vicino alla Porta Santa - che era una porticella praticata in una parete della stessa chiesa; in quest'ultimo si sarebbe dappoi l'Abbate prima di eseguirsi la solenne apertura. La chiesa era adobbata da larghi drapelloni rabescati – gli ori e gli argenti vi erano a profusione, i ceri innumerabili. Un raggio di sole penetrando dalla rotonda invetriata illuminava fantasticamente la maggior parte della navata; quivi in mezzo ad aurei candelabri disposti in bell'ordine e ad una moltitudine di popolo infervorato nella preghiera, s'ergeva il simulacro del glorioso Santo. Attorno v'erano sparsi i voti dei fedeli allusivi alla infermità da cui si era guariti, mercè l'intercessione dello stesso Santo e che consistevano in trecce da donna, in teste, in bracci – gambe e in altre membra d'uomo lavorate in legno – tinte in rosso con le macchie livide. E anche in qualche somma di denaro! All'ora stabilita si celbrò la messa con tutta pompa fra un concento di coristi e di monaci, quindi si fece la solita processione in giro del sottoborbo col simulacro del Santo, mancava d'eseguirsi l'apertura della porta Santa. Finalmente, l'abbate del monastero rivestito di abiti sacerdotali si dispone ad intraprendere l'ambita cerimonia. Egli comparisce sulla soglia della chiesa: venerando è il suo aspetto, maestoso il suo sguardo; la sua fronte è rugata per la tarda età, i suoi bianchi capelli sono cinti da un mitra di fino zendado a diamanti. Egli s'appoggiava con gravità pastorale su d'un bacolo d'argento; […] - la porta cigolando sui cardini si spalanca, un onda di popolo smanioso vi prorompe e mentre s'intuona l'inno di ringraziamento a Dio. La solenne cerimonia era qui finita. Quella porta si lasciava aperta per un mese – quando si racchiudeva – vi era concessione d'indulgenza plenaria per tutti quelli che vi erano passati. E le indulgenze inallora valevano qualche cosa!

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pp. 26-27
Che, come sapete, Donno Michele Zanche oltrechè arrivò al potere proprio con sue frodi e raggiri, il dominio del Logudoro è caduto in pieno diritto a Santa Madre Chiesa - così essendo stata espressa volontà di Adelasia e di Ubaldo Visconti coniugi e Giudici antecessori allo Zanche.

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pp. 32-33
Ella ha nome Elodia. Il suo genitore è uno degli Anziani di quella Comune anzi v'è taluno che afferma sia stato quest'anno proclamato Podestà di essa; egli è messer Guantino Catoni nome quanto dovizioso e potente, altrettanto politico e valoroso. Egli fu mai sempre ligio della Reppubblica di Genova presso cui si acquistò grandi meriti e molti insigni amici; oltracciò possiede un figlio giovine diciottenne per nome Bartolo, il qual sortì dalla natura un animo forte, e il suo braccio è reputato d'una grande valentia.

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p. 33
Si, ella è fidanzata a messer Nicolò Calderari il Capitano delle milizie di Sassari e quelli che le stava a fianco era appunto costui.

storia

pp. 46-49
Adelasia di Torres sarda eroina fra le più illustri però oltre ogni dire sventurata, dopo la morte del suo primo marito Ubaldo Visconti, il quale fu giudice di  Gallura e di Torres a un tempo era passata in seconde nozze con Enzo il bastardo di  Federice II di Germania. L' ambizione di  essere nuora dell'Imperatore e il  superbo titolo di regina che questi scaltramente le prometteva e a cui venne innalzata circa il 1240, avevano disposto l'incauta principessa a contrarre quel maritaggio, il quale poi le doveva costare un mondo di sciagure per tutto il tempo della sua vita. [...] In modo speciale inveiva contro le pulzelle del suo dominio; queste venivano rapite dai ferocissimi bravi, che si teneva attorno per servirlo, e trasportate nel Castello, ove poi di essere oltreggiate e turpemente contaminate, si facevano morire fra i più crudeli tormenti.

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