Storia
Cagliari, Tipografia del Corriere di Sardegna, 1875
Elodia e la repubblica sassarese. Romanzo storico
Marcello Cossu
p. 57
Perocchè tornando il mio padrone Giudice Nino a' suoi Stati, ciò che si crede fra breve, mi converrà scendere dal seggio e accontentarmi da soli miei risparmi – Non dovevi pensare diversamente... - Adunque sarebbe stata bella che dopo d'essermi consumato attorno agli affari di casa altrui, me ne dovessi - per vivere - ritornare all'aratro come un Cincinnato di Roma?
pp. 58-59
Il conte Guelfo di Donoratico, figlio dell'infelice Ugolino della Gherardesca. - Mio stimato Signore... e l'uccello che si vuole sgabbiare? - Messer Lamberto di... - Basta! colui è un grande assasino... piccola bagatella uno degli affigliati di Santa Zita... O, il capo di costui pesa troppo e dev'essere mezzatto! [...] - Come va, Gomita, che tu intercedi grazie a favore di quel conte? Non è egli l'implacabile nemico del tuo padrone Nino Visconti?... E adesso che ci penso, messer Lamberto è uno dei caldi aderenti dei Donoratico.
p. 60
Acciò si sgabbiasse anche Lamberto suo partitante.... onde è che tu mi vedi qua per servirlo. - Ma demonio! Non hai tu pensato che se un giorno il Giudice Nino arriva a trionfare de' suoi nemici ritornato in Sardegna, ti farà pagar ben cara questa tua ribalderia? - Oh di ciò non me ne curo punto... son io sicuro del fatto mio – Dopo il disastro toccato al suo avolo, conte Ugolino, la stella dei Visconti può dirsi tramontata; egli conta solo ormai in parecchi fautori di parte guelfa di Genova e di Pisa.... infatti ha smesso ogni ambizioso pensiero su Pisa e credesi si riduca fra non molto al suo modesto dominio di Sardegna.... ma ti so ben dire io che il castello di Fansania non lo troverà così munito come l'ha lasciato!
p. 61
Mi sapresti dire se Guelfo abbia raggiunto quel tristaccio di Vanni Gobetta di cui faceva avida ricerca per vendicarsi in parte dell'infame morte fatta soffrire ad Ugolino suo padre - alla quale credesi il Vanni abbia contribuito non poco... - Si, l'ha raggiunto finalmente e se sapessi come gliel'ha pagata... lo fece nientemeno attanagliare sopra un carro e poi squartare da quattro cavalli rudi!
pp. 63-65
Nino Scotto dell'illustre famiglia Visconti di Pisa e amico di Dante, che ne descrisse co'suoi versi immortali il nobile carattere, aveva ereditato in Sardegna il Giudicato di Gallura – Ciò verso il 1280. Il giudice Nino aveva preso ad amministrario con quell'affabilità che lo predistingueva – tant'è si aveva guadagnato in breve tempo l'amore e il rispetto di tutti i suoi sudditi […] D'allora in poi egli non ebbe più pace e consumò gli ultimi suoi anni guerreggiando sempre i suoi nemici finchè non si ridusse nel suo modesso dominio di Sardegna. Inallora pure, il nostro Frate Gomita pagò la pena di tutti i suoi misfatti.... Il Nino venuto a conoscenza delle sue ribalderie lo aveva fatto appicciare ad un laccio.