Cagliari, Tipografia del Corriere di Sardegna, 1875
Elodia e la repubblica sassarese. Romanzo storico
Marcello Cossu
pp. 29-30
Ormai i festeggianti, cacciato ogni timore correvano alle proprie case o sotto il rezzo d'un albero a prender posto al desco; lo spianato era divenuto deserto di gente; dentro chiesa qualche donnicciula superstiziosa, che non finiva mai di render grazie al Santo a cui attribuiva il prodigio d'avere il sole ricuperatala luce - insomma la festa sembrava sopirsi nella piazzetta in cui si celebrava.
p. 30
Trattasi di cosa non volgare... Già – poiché colei non mi sembrò della consueta genia... epperò vi richiederà maggior industria che non per le altre quantunque io pensi che le donne tutte valgano la stessa cosa, cioè - un ora di trastullo.... e nulla più.
p. 31
Questa razza che per aver eredato dagli atavi un blasone, un tarlato diploma e nient'altro spesso, non vuol essere confusa col popolo... Ma che – non vi son diplomo o blasoni che tengano, messeri rodomonti, ci vuol ben altro a tenersi su ai dì nostri... ci vuole la forza; è la forza che prevale a tutto. Orsù dunque, uomini nobilitata da pergamene, se vi sentite forti provatevi a resistermi; ecco io vi sfido, io vi getterò il fango sul viso, io vi cuoprirò d'obbrobrio; vedrò quanto valete e di che forza sieno questi vostri titoli famosi.
pp. 32-33
Ella ha nome Elodia. Il suo genitore è uno degli Anziani di quella Comune anzi v'è taluno che afferma sia stato quest'anno proclamato Podestà di essa; egli è messer Guantino Catoni nome quanto dovizioso e potente, altrettanto politico e valoroso. Egli fu mai sempre ligio della Reppubblica di Genova presso cui si acquistò grandi meriti e molti insigni amici; oltracciò possiede un figlio giovine diciottenne per nome Bartolo, il qual sortì dalla natura un animo forte, e il suo braccio è reputato d'una grande valentia.
p. 32
Prima di tutto debbo dirvi che io sono di ritorno da Plovace, ove appunto colei prese albergo.