Grazia Deledda
Milano, Arnoldo Mondadori Editore
Canne al vento
Grazia Deledda
p. 391
Ma ella volse il gran viso nero incorniciato di bianco e ammiccò accennandogli di pazientare.
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Ma sollevando gli occhi Efix vide che non era Lia la donna alta che si affacciava agile al balcone agganciandosi i polsi della giacca nera a falde.
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Ella si chinò alquanto, coi folti capelli neri dorati splendenti intorno al viso pallido come due bande di raso: rispose al saluto con gli occhi anch'essi neri dorati sotto le lunghe ciglia, ma non parlò e non scese.
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Spalancò porte e finestre - tanto non c'era pericolo che la corrente sbattesse e rompesse i vetri (mancavano da tanti anni!) - e portò fuori stendendola bene al sole una coperta gialla.
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Sulle pareti nude rossicce si notavano ancora i segni delle casseruole di rame scomparse; e i piuoli levigati e lucidi ai quali un tempo venivano appese le selle, le bisacce, le armi, parevano messi lì per ricordo.